giovedì 19 gennaio 2012
​Al termine dell'incontro che si è svolto stamane il segretario generale Manlio Strano ha assicurato che le proposte avanzate dai sindacati saranno valutate e discusse collegialmente dal governo nel Consiglio dei ministri di domani. La notizia, tuttavia, non è stata presa bene: tra fischia, urla e petardi i tassisti hanno manifestato il loro dissenso e hanno bloccato il traffico.
Liberalizzazioni, domani il decreto
I benzinai minacciano una serrata di dieci giorni
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​Il governo apre ai tassisti, definisce «ragionevoli» alcune loro proposte e promette che ne discuterà «collegialmente» domani in Consiglio dei ministri. Questa la posizione dell'esecutivo, al termine dell'incontro con i rappresentanti dei tassisti a Palazzo Chigi. Si è svolto stamane a Palazzo Chigi - si legge in un comunicato del governo - il previsto incontro tra la presidenza del Consiglio e le rappresentanze sindacali dei tassisti. Dopo aver illustrato la posizione del governo in tema di liberalizzazioni del settore, il segretario generale Manlio Strano e i rappresentanti sindacali si sono confrontati sulle proposte di modifiche consegnate ieri sera alla presidenza del Consiglio. Al termine dell'incontro il segretario generale ha assicurato che le proposte avanzate dai sindacati (alcune delle quali indubbiamente ragionevoli) saranno valutate e discusse collegialmente dal governo nel Consiglio dei ministri di domani.La notizia dell'esito dell'incontro e l'invito da parte dei rappresentanti sindacali a riprendere il servizio non è stata ben accolta dai tassisti riuniti al Circo Massimo a Roma. Tra fischia, urla e petardi, i tassisti hanno manifestato il loro dissenso e hanno bloccato il traffico.TRA TENSIONI E PROTESTELa protesta dei tassisti non si ferma e la prefettura di Roma lancia un altolà diffidandoli dall’interruzione del servizio e minacciando la precettazione. I margini di trattativa sono stretti, mentre è slittata a oggi la nuova convocazione a Palazzo Chigi. La bozza di decreto sulle liberalizzazioni che circola in queste ore conferma per i taxi tutte le novità osteggiate dalle auto bianche. A loro volta le oltre 20 sigle sindacali della categoria hanno messo nero su bianco le loro controposte senza muoversi dalla linea intransigente sui punti-chiave, come il «no» al cumulo della licenze e ai poteri conferiti a un authority. In serata il documento è stato consegnato al governo.Al servizio taxi è dedicato un comma del decreto, nell’ambito dei poteri concessi all’Autorità delle reti, che regolerà anche i trasporti. L’obiettivo dell’intervento, recita il testo, è quello di «adeguare i livelli di offerta del servizio taxi, delle tariffe e della qualità delle prestazioni» attraverso maggiore apertura, flessibilità e concorrenza nel settore. In sintesi, si prevede l’assegnazione di nuove licenze, si consente di averne più di una allo stesso titolare, si ipotizzano concessioni part time e la possibilità di esercitare il servizio anche fuori dal territorio d’origine. Inoltre il tassista avrà più libertà nel fissare le tariffe (ferme restando quelle massime) e le modalità del servizio, ad esempio con vetture a uso collettivo. L’aumento delle licenze dovrà essere «accompagnato da adeguate compensazioni» a favore degli attuali titolari, distribuendo gli introiti di un’asta o attribuendo direttamente le licenze a chi già le detiene, che potrà venderle o affittarle.Sono tesi che i tassisti vedono come il fumo negli occhi. Nella loro controproposta si dicono sì disponibili a migliorare il servizio con orari più lunghi e un utilizzo più diffuso della doppia guida della singola auto. Ma chiedono che l’eventuale aumento delle licenze resti prerogativa dei sindaci. No secco alla multititolarità delle licenze e al controllo dell’Autorità. Posizioni come si vede molto lontane. Anche se probabilmente sarà tentato qualche passo di avvicinamento nell’incontro di oggi, il punto di mediazione non è vicino. La tensione resta quindi alta e il servizio ieri è rimasto bloccato o ridotto nelle grandi città, mentre molti autisti sono affluiti a Roma, riunuti in assemblea permanente al Circo Massimo. Non ci sono state comunque le intemperanze di lunedì. Uno dei leader sindacali, Loreno Bittarelli di Uritaxi, con toni abbastanza concilianti ha precisato le condizioni delle auto bianche. «Abbiano raccolto le proposte dei rappresentanti dei tassisti – ha spiegato– col governo vogliamo dialogare ma noi andiamo a Palazzo Chigi per chiedere, non per dare. Il nostro è il secondo mestiere più usurante, dopo gli autisti di autobus. Chiedono un’authority? Non si può decidere a livello nazionale il numero dei taxi, devono essere i Comuni. E no alle doppie licenze, è un argomento cassato, nessuno deve speculare. Se servono più ore di servizio, possiamo far lavorare sulla stessa licenza un familiare o un amico». Dietro la protesta si affaccia la precettazione. La prefettura ha fatto il primo passo, diffidando le sigle e invitando il Comune di Roma e la Questura a segnalare ogni episodio che «possa comportare l’interruzione di pubblico servizio».
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