Grazie al canone tv in bolletta gli abbonati sono aumentati di 5,5 milioni, con un notevole recupero di gettito e una riduzione dello stesso canone. E ancora, Irpef e Iva sono le principali voci che hanno interessato la rottamazione delle cartelle, rappresentando oltre il 77% delle domande. Il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Rossella Orlandi, in audizione alla Camera snocciola i numeri delle imposte gestite dall’Agenzia e la tipologia di richieste dei contribuenti. Così sul primo punto, il direttore Orlandi sottolinea che «è comunque evidente come nel 2016 ci sia stato un notevole recupero di gettito», da 16,5 milioni di abbonati nel 2015 si è passati a circa 22 milioni di soggetti addebitati nel 2016, che ha già consentito, tra l’altro, «una significativa riduzione dell’importo del canone annuo per i cittadini, passato da 113,5 euro nel 2015 a 100 euro nel 2016 e a 90 euro nel 2017».
Rottamazione cartelle. Più di un quarto delle cartelle, inoltre, riguardano la richieste di sanare posizioni irregolari su Irpef e Iva. In particolare il 41,9% delle cartelle rottamate, relative a imposte gestite dall’Agenzia, riguarda la richiesta dei contribuenti mettersi in regola con l’Irpef mentre i debiti Iva rappresentano il 35,7% delle domande. Il 13,1% riguarda altri debiti, dall’Ires all’addizionale Irpef comunale, l'8,9% l’imposta sui redditi delle persone giuridiche. In più, il responsabile dell’Agenzia delle Entrate detta la tempistica sul superamento degli attuali studi di settore: «I primi 70 indici sintetici di affidabilità dovrebbero essere approvati entro dicembre 2017 e i restanti 80 entro il 2018».
L’allarme. Il peso del fisco, in Italia, è insostenibile soprattutto se nel confronto con gli altri paesi europei. A lanciare l'allarme è il presidente di turno di Rete Imprese Italia e numero uno di Confartigianato, Giorgio Merletti, in occasione dell’assemblea annuale. Dati alla mano Merletti ha ricordato che, nel 2017, l`Italia registra un maggior prelievo fiscale rispetto all`Eurozona di 21,3 miliardi di euro, pari a 1,3 punti di Pil. Il cuneo fiscale è pari al 47,8%, superiore di 11,8 punti alla media dei Paesi Ocse, e la tassazione dell`energia in rapporto al Pil è la più alta dell’Ue.