Corteo dei lavoratori di Italiaonline il 30 giugno a Roma (foto Ansa)
Trattativa ad oltranza per Italiaonline, l’azienda, nata dalla Seat Pagine Gialle, che nello scorso marzo ha annunciato a chiusura della sede di Torino nell’ambito di un processo di ristrutturazione iniziato da mesi. Le assicurazioni del Ministro del Lavoro, Luigi Di Maio, hanno trovato conferma nei fatti a tarda sera dopo un lungo incontro decisivo fra lavoratori e azienda. In gioco il lavoro di circa 400 persone.
Alla fine gli esuberi previsti sono stati trasformati in cassa integrazione per riorganizzazione per i prossimi 6 mesi (dal 12 luglio all’11 gennaio 2019). Entro il 30 ottobre del 2018, circa 250 dipendenti potranno decidere di utilizzare un meccanismo di incentivazione all’esodo volontario, altri 150 saranno ricollocati in varie funzioni (70 nella digital factory).
È la chiusura di una giornata iniziata con la dure dichiarazioni proprio di Di Maio. Ad un’ora dall’inizio dell’ultimo tavolo di crisi, il ministro aveva scritto su Facebook: «C’è un nuovo governo e con noi la musica cambia». Con una riflessione evidentemente riferita all’azienda che tuttavia non è stata mai nominata, il ministro aveva poi aggiunto: «Una delle aziende che incontrerò in questi giorni ha ottenuto circa 30 milioni di euro di cassa integrazione in cambio di una ristrutturazione dell’assetto aziendale. L’accordo era che avrebbe reinserito i cassaintegrati alla fine del processo di riorganizzazione aziendale. E invece, finiti i soldi dello Stato, li vuole mettere tutti in mezzo ad una strada. Guarda caso in questo lasso di tempo ha fatto circa 30 milioni di euro di utili».
Di Maio aveva già incontrato nei giorni scorsi a Torino i lavoratori della Italiaonline affermando: «Siamo felici di accogliere le imprese che vogliono investire qui e daremo sempre un valore aggiunto al nostro lavoro che trovate solo da noi in Italia. Ma non tollereremo più le prese in giro e i ricatti ». Usando altri toni, sempre a Torino Di Maio aveva affermato che avrebbe fatto «il possibile per spiegare all’azienda che deve fare retromarcia sui licenziamenti. È necessario che un’azienda che fa utili e ricorre ad aiuti dello Stato chiarisca la situazione che l’ha condotta fino a questo punto».
La storia di Italiaonline è semplice. L’azienda nata da Seat Pagine Gialle – e che controlla i portali web Libero e Virgilio e appartiene al finanziere egiziano Naguib Sawiris (attraverso una finanziaria con base in Lussemburgo) – ha annunciato in marzo la chiusura della sede di Torino. In gioco, nel capoluogo piemontese, ci sono 248 posti di lavoro che diventano circa 400 contando altre sedi. L’azienda aveva avviato un piano di ristrutturazione alla fine del 2016 con la prospettiva di terminarlo a metà del 2018. Da lì in avanti è iniziata una lunga trattativa che, appunto, si è conclusa ieri in zona Cesarini proprio quando 400 lettere di licenziamento erano pronte a partire.