«Un anno sabbatico per fare riposare la terra in attesa del tempo giusto ». Il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, suggella metaforicamente così l’«avviso comune» firmato ieri dall’Abi e da dodici associazioni di categoria sulla moratoria dei debiti per le imprese piccole e medie verso il sistema creditizio. Un accordo che prevede la sospensione per un anno del pagamento della quota capitale delle rate di mutuo per le imprese, la sospensione per 12 o 6 mesi del pagamento della quota capitale implicita nei canoni di operazioni di leasing e l’allungamento a 270 giorni delle scadenze del credito a breve termine per sostenere le esigenze di cassa, con riferimento alle operazioni di anticipazione su crediti certi ed esigibili. Ma anche un sostegno ai processi di ricapitalizzazione con finanziamenti ad hoc pari a un multiplo dell’aumento di capitale effettivamente versato dai soci. Punti che sanciscono l’inizio di un nuovo corso del rapporto fra banche e aziende. «È una boccata d’ossigeno per le imprese», ha sottolineato senza mezzi termini Tremonti, al punto che avrebbe voluto materialmente arrivare nella sede dell’Abi, a Milano, «con una vera bombola, per simboleggiare lo spirito dell’iniziativa»: «Oggi (ieri, ndr) è una buona giornata, siamo qui tutti insieme per fare cose utili per il bene comune». Attorno al tavolo, con il ministero dell’Economia e l’Associazione bancaria italiana, c’erano Confindustria, Confcommercio, Confartigianato, Confcooperative, Cia, Casartigiani, Cna, Confedilizia, Confesercenti, Coldiretti, Confagricoltura, Confapi e Lega Coop. In tempi rapidi si è creata «una rete a sostegno delle imprese, per traghettare il sistema industriale al di là della crisi», ha affermato il presidente dell’Abi, Corrado Faissola, presentando orgogliosamente l’intesa. «L’accordo costituisce l’anello che dovrà chiudere la nostra catena di sostegno alle imprese – ha aggiunto –: l’Abi ha ritenuto di dover fare questo sforzo ulteriore». Commenti positivi dagli imprenditori. «Di passo importante», parla il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, che ha però aggiunto: «È importante che quando un imprenditore a settembre andrà presso gli sportelli bancari, questa moratoria ci sia veramente e concretamente. Il tema della liquidità e del credito rimane una priorità assoluta». «È stato compiuto uno sforzo collettivo. Sono interventi opportuni per favorire l’equilibrio finanziario delle imprese», affermano in una nota congiunta Confartigianato, Cna, Casartigiani, Confcommercio e Confesercenti. E Confcooperative dà atto al governo del ruolo propulsivo svolto. Il presidente della Con- fapi, Paolo Galassi, chiede ulteriori interventi per le piccolissime aziende: «Provvedimenti mirati, strutturali come un fisco più leggero e un bonus per chi non licenzia o delocalizza ». Temi su sui è stato già concordato per settembre un incontro con Tremonti. Resta da monitorare riguardo alla moratoria, l’effettiva disponibilità degli sportelli. A stimolare gli istituti l’annuncio del ministro Tremonti: se l’accordo funziona il governo è pronto a concedere alle banche sgravi fiscali sulle perdite sui crediti se il meccanismo della moratoria sui debiti delle Pmi funziona. E ci sono già istituti che si sono mossi in questa direzione. Ieri stesso Confartigianato, Cna, Casartigiani e Confcommercio hanno raggiunto un’intesa con Unicredit Group, che integra il Progetto Impresa Italia, per dare immediato aiuto alle piccole e medie imprese che si trovano in difficoltà. Mentre Intesa Sanpaolo già da fine maggio dà alle piccole e medie imprese la possibilità di rinviare di un anno, con una semplice scrittura privata, il pagamento della quota capitale delle rate di mutui e leasing. Il mondo delle banche e quello dell’impresa provano dunque a parlarsi e ragionare in sinergia. Così la moratoria sui debiti delle imprese incassa i commenti positivi anche del mondo politico e sindacale. Ma da più parti si chiede uno sforzo ulteriore per sostenere anche l’anello mancante (e più debole) di questo accordo: la famiglia. Lo fanno a più voci Udc, Pd, Cisl, Ugl, e le associazioni dei consumatori, a cominciare da Adiconsum: più aiuti alle famiglie e sostegno ai redditi dei lavoratori. Fino alla proposta di una moratoria sul pagamento dei mutui anche per i nuclei in difficoltà. Solo così l’«avviso» di ieri diventa davvero «comune».