Molto richiesti i professionisti del digitale - Archivio
Solo nell’ultimo anno, il 70% di giovani e meno giovani si sono trovate a fare i conti con la mancanza di competenze e strumenti per essere al passo con la sfida digitale in corso. Una sfida che, stando ai dati pubblicati dall’osservatorio digitale di Excelsior Unioncamere, sistema informativo per l’occupazione e la formazione, ammonta a circa 23.200 figure professionali richieste in Italia nel settore del digitale, di cui una parte di quelle già impiegate, tra cui laureati e diplomati per non parlare di manager già avviati in azienda, non sono oggi sufficientemente specializzate per ricoprire queste nuove posizioni. In vista di uno scenario del lavoro sempre più orientato al digitale, in ogni settore, per colmare il gap di competenze una prima risposta a questa soluzione si trova nella formazione post laurea e nei master di specializzazione, insieme alla formazione in azienda.
L’apertura del business da remoto ha portato la società ad attuare un modello di lavoro unicamente in digitale e politiche di welfare, come bonus viaggi e obiettivi giornalieri definiti sulla base di metodi psico attitudinali sviluppati dallo psicologo Fabio Montebruno, che mettono al centro le persone e il loro valore. «Abbiamo creato un modello di lavoro agile e focalizzato sul rispetto delle esigenze di vita dei dipendenti. Il 100% delle nostre risorse sono impiegate da remoto, a cui insegniamo a lavorare per obiettivi e con i migliori strumenti digitali. Non utilizziamo Whatsapp per le comunicazioni di lavoro ma solo strumenti aziendali come Facebook Workplace, per citarne uno, e promuoviamo un modello di fiducia verso il dipendente in cui nessuno deve giustificarsi per una pausa o per un’assenza dalla scrivania. Perché saper lavorare nel digitale significa anche saper rispettare il tempo degli altri», spiega Andrea Ciofani, fondatore di Academyque.