Inizia lunedì in Vaticano la visita “ad limina” dei vescovi italiani, ovvero il periodico incontro di ciascuno di loro con il Papa. Preceduta giovedì dall’udienza al cardinale vicario per la diocesi di Roma Agostino Vallini, al vice gerente Iannone e ai 5 vescovi ausiliari dell’Urbe, la visita ad limina è articolata in ben 29 incontri fino al 22 aprile durante i quali i vescovi di tutte le 226 diocesi italiane, organizzati in 16 regioni ecclesiastiche, potranno dialogare in gruppo e individualmente col Papa. Una vera “radiografia” della Chiesa italiana, che ogni Conferenza episcopale affronta con una cadenza temporale di almeno cinque anni (l’ultima visita ad limina dei vescovi del nostro Paese è del 2006-2007) e che nel caso dell’Italia sarà conclusa dall’intervento del Papa il 23 maggio durante l’assemblea della Cei.
Appuntamento straordinario ma allo stesso tempo del tutto normale nella vita di una Chiesa nazionale, la visita ad limina assume per l’Italia un rilievo del tutto particolare visto che avviene nel corso dell’Anno della fede. Benedetto XVI ha appena concluso il suo primo giro d’orizzonte tra le conferenze episcopali di tutto il mondo: come ha ricordato in un’intervista all’Osservatore romano l'arcivescovo Lorenzo Baldisseri, segretario della Congregazione per i vescovi , nel 2013 il Papa ha in agenda solo gli incontri con i vescovi italiani. “Visita ad limina apostolorum´ significa “visita alle soglie degli Apostoli´, per “videre Petrum”, incontrare Pietro, “compiere un pellegrinaggio alle tombe degli apostoli Pietro e Paolo, fondatori della Chiesa di Roma, ed esprimere e rafforzare l'unità e la collegialità della Chiesa''.