padre Juan Manuel Gutierrez - Angelus News
La persona guarita in un modo inspiegabile e giudicato miracoloso dalla Chiesa dopo aver pregato il beato Pier Giorgio Frassati, che per questo diventerà santo, ha ora un nome e un cognome. Si chiama Juan Manuel Gutierrez, ha 38 anni ed è un sacerdote di origine messicana dell’arcidiocesi di Los Angeles. La sua storia è stata racconta nei giorni scorsi su Angelus, il settimanale dell’arcidiocesi californiana, e lunedì si è tenuta una conferenza stampa sulla vicenda dove hanno parlato, insieme a padre Gutierrez, l’arcivescovo José Horacio Gómez e, collegati a distanza, monsignor Robert Sarno, già officiale del Dicastero per le cause dei santi e delegato episcopale per la stessa materia a Los Angeles, e Wanda Gawronska, nipote di Frassati.
Juan Manuel Gutierrez nasce nel 1986 a Texcoco, a 25 km da Città del Messico. I suoi genitori si separano quando lui ha appena due anni. Cresce in Messico ma all’età di 19 anni raggiunge il padre che vive a Omaha, in Nebraska. Allontanatosi nell’adolescenza dalla fede, dopo un ritiro spirituale Gutierrez recupera il suo rapporto con Dio e pian piano matura in lui la vocazione alla vita sacerdotale. Nel 2013, a 27 anni, entra in Seminario a Los Angeles. Studia prima alla Juan Diego House of Formation, poi continua la formazione al St. John's Seminary, a Camarillo, città di 60mila abitanti tra Los Angeles e Santa Barbara. Lì, il 25 settembe del 2017, giocando a basket con i suoi compagni di seminario sente un forte dolore alla caviglia, come se qualcuno l’avesse colpito. Si guarda attorno ma nessuno l’ha urtato. Gutierrez si tiene per qualche giorno il suo dolore, prosegue zoppicando le sue attività ma vedendo che la situazione non migliora si reca al vicino ospedale per una radiografia. Dall’esito non risulta nessuna frattura ossea e il medico gli prescrive degli antidolorifici ipotizzando uno stiramento muscolare. Un compagno seminarista, già chiropratico di professione, vedendo nei giorni successivi Gutierrez ancora zoppicare gli consiglia alcuni esercizi di stretching – che si rivelano del tutto controproducenti – e poi una risonanza magnetica. Cosa che Gutierrez fa il 31 ottobre ricevendone un esito infausto, ossia rottura del tendine d’Achille, con il suggerimento da parte del medico radiografo di cercare un ortopedico perché la soluzione migliore al problema sarebbe stato un intervento chirurgico.
La notizia mette in ansia Gutierrez, sia per le ricadute di un intervento sul suo percorso in Seminario, sia per gli incerti tempi di recupero e anche per i costi dell’operazione, non sapendo chi avrebbe potuto coprirli.
Il 1° novembre, festa di tutti i santi, Gutierrez, si ferma a pregare in cappella dopo la Messa, con il cuore pesante. Gli viene l’ispirazione di fare una novena per il suo problema fisico, chiedendo un aiuto dall’alto. Ma a chi? Ua voce dentro di sé gli suggerisce il nome di Pier Giorgio Frassati, di Gutierrez non è devoto, semplicemente aveva visto un video su di lui su YouTube.
Gutierrez non chiede un prodigio, ma recita questa preghiera: «Signore, attraverso l'intercessione del beato Pier Giorgio Frassati, ti chiedo di aiutarmi nel mio infortunio». Anche se prima di passare alla recita del Rosario sente, misteriosamente, di dover aggiungere queste parole: «Prometto che, se dovesse succedere qualcosa di insolito, lo segnalerò a chi di dovere».
Qualche giorno dopo Gutierrez si reca in cappella per la sua novena e mentre prega in ginocchio avverte un calore. Prima leggero, poi sempre più intenso. «A un certo punto ho pensato che una presa elettrica stesse prendendo fuoco – ha poi raccontato – e ho cercato il fuoco. Ma non c’era. Ricordo di aver guardato la mia caviglia e di aver pensato, “è così strano”, perché potevo sentire il calore». Avendo in passato frequentato il movimento del Rinnovamento carismatico gli viene in mente che talvolta una guarigione operata da Dio si accompagna con una sensazione di calore. Allora volge lo sguardo al tabernacolo e inizia a piangere. «Ho detto al Signore nel mio cuore: “Non può essere. Non perché tu non abbia il potere di guarirmi, ma perché so che non ho la fede per una cosa del genere”. E questo mi ha commosso». La guarigione non è solo un’impressione: Gutierrez si toglie il tutore che porta per la caviglia e scopre di poter camminare normalmente.
Il 15 novembre si reca alla visita con il chirurgo ortopedico che aveva già fissato. Lo specialista lo esamina a fondo e avendo davanti gli esiti della risonanza magnetica precedente, sempre più perplesso, sentenzia: «Tu devi avere qualcuno lassù che si prende cura di te». La lesione del tendine d’Achille avrebbe potuto ripararsi da sola? No, risponde il medico, anzi, queste lesioni tendono ad allargarsi ancora di più nel tempo. E se la risonanza magnetica fosse sbagliata? Impossibile, replica, «Questo è lo strumento tecnologico più avanzato che abbiamo per per queste cose». Indicando lo schermo, il chirurgo dice a Gutierrez: Il 31 ottobre avevi uno strappo al tendine d'Achille, ma ora non riesco a trovarlo».