In virtù della decisione di Papa Francesco, per l’intero Anno giubilare dedicato alla Misericordia, tutti i sacerdoti di tutto il mondo potranno assolvere dal peccato di aborto e rimettere l’eventuale scomunica a “quanti lo hanno procurato e pentiti di cuore ne chiedono il perdono”, facoltà che in tempo ordinario è riservata di norma solo ad alcuni (ad esempio i vescovi e alcuni sacerdoti da lui delegati).
Un compito importante per i sacerdoti, dai quali le donne che hanno abortito e ne sono pentite si aspettano dolcezza, comprensione e ascolto compassionevole. I sacerdoti che lo vorranno troveranno qualche utile suggerimento su come prepararsi nel libretto (in realtà, un pieghevole di poche pagine) che l’apostolato internazionale “
La Vigna di Rachele” ha messo a punto per i sacerdoti, rispondendo così alla richiesta del Papa affinché essi “si preparino a questo grande compito”.La Vigna di Rachele, presente in Italia da 5 anni, propone cammini di accompagnamento, anche con ritiri di tre giorni, per chiunque abbia collaborato a una interruzione di gravidanza e ne sia rimasto ferito: madri, ma anche medici e infermieri, genitori e fratelli… L’obiettivo è di portare queste persone, che evidentemente hanno compreso di aver commesso una cosa “profondamente ingiusta” (sono ancora parole di Papa Francesco nella Bolla di indizione del Giubileo) a fare pace con se stesse e con quel bambino mai nato.
Dal sito
www.vignadirachele.org si potranno quindi scaricare materiali utili per entrare in contatto con una sofferenza nascosta, che spesso genera sensi di colpa difficili da elaborare. Materiali che suggeriscono nel dettaglio ai sacerdoti gli atteggiamenti più consoni quando di fronte a sé trovano una donna decisa ad aprire il cuore: ascolto sincero, accoglienza e poi tanta misericordia anche nei gesti, oltre che ovviamente nelle parole. “La decisione del Papa di estendere la delega per assolvere dal peccato di aborto è una bella notizia - commenta la dottoressa
Valeria D’Antonio, psicologa in un consultorio cattolico di Milano e collaboratrice de La Vigna di Rachele -. È una grande opportunità di far conoscere la misericordia del Signore a tutte le persone ferite dall’aborto e riportarle pienamente in comunione con la Chiesa”.
Le donne in questa situazione hanno bisogno di un’accoglienza particolarmente attenta, perché “spesso non riescono a sentirsi degne del perdono di Dio e si confessano più volte - continua D’Amico -. È importante che trovino sacerdoti accoglienti, che sappiano indirizzarle verso un percorso spirituale ma anche umano di accettazione e di perdono di sé stesse”.