Due tappe, due occasioni diverse, ma un’identica, quasi febbrile attesa. Messico e Cuba si preparano, infatti, a ricevere a giorni Benedetto XVI, che visiterà i due Paesi dal 23 al 28 prossimi durante il suo 23° viaggio internazionale. Tutto questo mentre dal Libano rimbalzano, anche se non ancora confermate ufficialmente, voci attendibili che vogliono il Papa in visita al Paese dei Cedri dal 14 al 16 settembre prossimi.Nell’ormai consueto
briefing riservato ai giornalisti che seguiranno il viaggio del Pontefice, il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, padre Federico Lombardi, ha ieri sottolineato i diversi momenti di una visita apostolica che, a partire da un viaggio di andata lungo ben quattordici ore, si annuncia particolarmente impegnativa anche dal punto di vista dell’impiego di energie. Ma, ha puntualizzato il portavoce rispondendo a una domanda, «il Papa sta molto bene, lo vedete voi come lo vedo io. Ha la sua età ma svolge con efficacia tutti gli impegni». Benedetto XVI, ha quindi aggiunto Lombardi, «affronta anche impegni molto gravosi per la sua età e le sue forze. E questo è segno che sta bene. Tutti abbiamo saputo che dal primo marzo è più anziano di quanto lo era Giovanni Paolo II». E quanto al programma che in Messico ha escluso la capitale, padre Lombardi ha ricordato che per papa Ratzinger «l’altitudine di Città del Messico non è consigliabile». In ogni caso, ha precisato, «non è previsto che utilizzi una pedana mobile, eventualmente seguirà le processioni con la
Papamobile».Diverse, come detto all’inizio, le motivazioni delle due tappe: la ricorrenza dei duecento anni dell’indipendenza messicana e della maggior parte dei Paesi latinoamericani, e il 400° anniversario della scoperta dell’immagine della Virgen de la Caridad del Cobre, patrona di Cuba. Nei due Paesi è ancora vivo il ricordo delle visite di Giovanni Paolo II: cinque in Messico («Ma il pellegrinaggio delle reliquie di papa Wojtyla nelle novantuno diocesi del Paese – ha ricordato Lombardi – è considerato quasi un sesto viaggio»), e una, nel 1998, nell’isola caraibica.Nel ricordare i momenti principali dell’agenda papale, il portavoce vaticano ha ricordato che, in Messico, Benedetto XVI visiterà le città di Leon e Guanajuato, centro geografico del territorio messicano, dove Giovanni Paolo II non era mai stato. E proprio a Leon, domenica 25 marzo, è in programma la Messa nel Parco del Bicentenario, uno spazio che può accogliere circa 350mila persone. Santiago e l’Avana saranno invece le tappe cubane, con la visita al Santuario della Virgen de la Caridad del Cobre, immagine di Maria alla quale si rivolge la grande devozione del popolo cubano.Nel programma sono previsti incontri con autorità civili e religiose, e in particolare è da ricordare che ai vari appuntamenti saranno presenti quasi tutti i vescovi del Continente. Non è in programma, ma «non è escluso» che possa esserci, anche un incontro con Fidel Castro, l’anziano e malato leader cubano che quattordici anni fa accolse papa Wojtyla e che da qualche anno ha ceduto la presidenza al fratello Raoul. E, in risposta a un’altra domanda, circa la posizione della Santa Sede sull’embargo statunitense ancora vigente nei confronti di Cuba, Lombardi ha ripetuto che il Vaticano «ritiene che l’embargo sia qualcosa di cui il popolo soffre le conseguenze e che non raggiunge uno scopo di bene maggiore e, quindi, non lo ritiene una scelta positiva e utile».Infine, quanto alla vicenda dell’occupazione della Cattedrale dell’Avana (conclusasi la notte scorsa con lo sgombero dei dimostranti), Lombardi ha spiegato che la Santa Sede condivide la posizione del cardinale dell’Avana, Jaime Ortega y Alamino, contrario a gesti dimostrativi di quel tenore, e ha rimandato al comunicato dell’arcidiocesi, per la quale «si è posta fine ad una crisi che non avrebbe mai dovuto verificarsi».