lunedì 20 gennaio 2014
​​Le parole del vescovo di Cassano allo Jonio mons. Galantino, dopo il triplice omicidio, in cui è rimasto vittima un piccolo di 3 anni.
Cocò e l'orrore di tutte le mafie di A. M. Mira
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Il vescovo di Cassano allo Jonio, monsignor Nunzio Galantino, segretario generale ad interim della Conferenza Episcopale Italiana, è intervenuto nuovamente oggi sulla tragedia dei tre corpi carbonizzati trovati in un'auto. "Io penso che quei cadaveri così carbonizzati, soprattutto il volto carbonizzato di quel bambino, sono appelli, diciamo, senza parole, ma con parole veramente forti che vengono a tutti quanti noi in maniera chiara, spontanea". I tre corpi sono stati completamente consumati dal fuoco: si tratta di  Giuseppe Iannicelli, sorvegliato speciale di 52 anni, della compagna marocchina Ibtissam Touss, di 27, e del nipotino dell'uomo, di soli tre anni. Tra le ipotesi in ballo per un delitto così efferato, si fa strada quella di una vendetta legata alla criminalità organizzata che gestisce il traffico della droga nella zona. Il triplice omicidio sarebbe avvenuto nel corso di un incontro per discutere la spartizione dei proventi dello spaccio."Quei tre cadaveri sono, a mio parere il terminale, di una deriva morale, prima di tutto" ha detto. "È vero c'è la crisi economica e la crisi politica, con questo teatro che continua a mettere in giro gli stessi pupazzi vestiti diversamente, ma sempre impegnati a sopravvivere a se stessi. Questa è la scena a cui stiamo assistendo". "Allora io mi chiedo, veramente, se tutto quello che stiamo facendo - ha proseguito il presule - abbia davvero un senso, se tutto quello che stiamo facendo è davvero un antidoto al male, perché il male si vince con il bene, il male non si vince con le chiacchiere, non si vince facendo cerimonie senza domani, non si vince proponendo cose assurde o che non si capisce da che parte vanno, ma proponendo gesti concreti". "Chiediamo ai giovani - ha concluso nel suo appello - di uscire un pò di più per le strade; chiediamo alla nostra Chiesa di essere più presente, di andare per strada non solo per far processioni, ma anche per dire che Cristo ci chiede qualcosa di più. Smettiamola di pensare che quello che è successo ieri sia un fatto che interessa la malavita, e noi dove stiamo?. La malavita sporca anche noi, interessa anche noi, ci vede, purtroppo, anche se inconsapevolmente, complici di questa realtà". Ieri Galantino ha assistito in preghiera al recupero dei resti delle vittime, tra cui un bimbo di tre anni. "Sono sgomento e sconfitto ha detto il presule - aveva detto - per il livello di efferatezza raggiunto da chi ha consumato questo delitto. Come si può dar fuoco a una macchina sapendo che lì dentro vi sono delle persone e, tra queste, un bambino? Come si può non sentire il pianto di un bambino? Come si può? Non parlate di comportamento bestiale. Facendolo, offendiamo le bestie. Sconfitto perché la sconfitta è di tutti, soprattutto di quanti continuano a girare alla larga dal disagio morale, oltre che economico e sociale nel quale si vive accanto a noi. È una sconfitta anche per quanti nella nostra comunità ecclesiale continuano a pensare che basta una serie di cerimonie ben fatte per sentirci a posto".

Sgomento, amarezza, dolore sono i sentimenti che questa mattina aleggiavano a Cassano allo Jonio. Tutti, in piccoli capannelli, non facevano altro che parlare del triplice omicidio, che ha avuto tra le vittime un bambino di tre anni. Il sindaco, Gianni Papasso, si è detto "sbigottito e addolorato soprattutto per la ferocia con cui è stato consumato un simile crimine". Sentimenti che aleggiano anche tra i cittadini. "Vedere un bambino carbonizzato non è una cosa che si può accettare. Sono fatti inauditi, a mio avviso contro natura", dice un medico del 118 di Cassano. "Nella mia carriera - aggiunge - non ho mai visto, né sentito una cosa del genere. Sono fatti che ci fanno rimanere senza parole". In serata a Cassano si svolgerà un Consiglio comunale aperto. "La nostra - ha concluso Papasso - è una città fatta di gente laboriosa e onesta che nulla ha da spartire con simili e atroci fatti".
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