Sono circa 200 le donne che in Italia, perso il marito, hanno rinunciato a nuovi affetti coniugali per vivere la vedovanza unite a Gesù Cristo, nel servizio umile e discreto della propria famiglia e della Chiesa, in piena obbedienza al Vescovo, dopo aver ricevuto dalla stesso la benedizione. Per il momento sono presenti in 12 diocesi e 100 circa sono in formazione, 80 nella diocesi di Palermo.
Questo nuovo servizio, già presente in varie diocesi europee, ha suscitato anche l’attenzione della Santa Sede che dovrebbe pronunciarsi entro fine anno.
D’altra parte questa presenza non è nuova nella Chiesa; accenni si trovano nel Nuovo Testamento e anche sant’Agostino vi fa riferimento.
Scomparse nel corso della storia, da qualche decennio “le vedove consacrate” sono tornate alla ribalta per l’iniziativa di alcuni vescovi: dal cardinale Carlo Maria Martini che creò l’“Ordo Viduarum Ambrosianum” al cardinale Salvatore Pappalardo che nel 1996 a Palermo approvò uno statuto e un regolamento. Anche papa san Giovanni Paolo II le ricorda nell’Esortazione apostolica post-sinodale “Vita Consecrata”: “Torna ad essere oggi praticata anche la consacrazione delle vedove, nota fin dai tempi apostolici (cfr 1 Tim 5, 5. 9-10; 1 Cor 7, 8), nonché quella dei vedovi. Queste persone, mediante il voto di castità perpetua quale segno del Regno di Dio, consacrano la loro condizione per dedicarsi alla preghiera e al servizio della Chiesa” (n.16).