giovedì 24 ottobre 2019
Il Consiglio direttivo: nessuna condotta impropria. La dichiarazione diffusa dalla Sala stampa della Santa Sede dopo la perquisizione del suo ufficio il 1° ottobre da parte della Gendarmeria Vaticana
Dall'Aif piena fiducia a Di Ruzza
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Fiducia piena nell’operato del direttore Tommaso Di Ruzza e della struttura dell’Aif. Anzi di più: «Elogio per l’attività svolta nella gestione del caso in questione» (l’acquisto da parte della Santa Sede di un immobile al centro di Londra, finito sotto la lente di ingrandimento degli organi giudiziari interni vaticani).

Non poteva essere più esplicito il comunicato stampa dell’Autorità di Informazione Finanziaria – l’Aif appunto – diffuso ieri pomeriggio attraverso il Bollettino della Sala Stampa della Santa Sede. Un comunicato che porta a conoscenza dell’opinione pubblica le risultanze di una accurata indagine interna e che si conclude proprio con la rinnovata e «piena fiducia» del Consiglio direttivo «nella competenza professionale e onorabilità del suo direttore» (Di Ruzza, ndr) e nel già ricordato elogio per l’attività istituzionale svolta.

La nota riepiloga innanzitutto i fatti: «Il 1° ottobre 2019, il direttore dell’Aif, Tommaso Di Ruzza, e i suoi uffici sono stati perquisiti dal Corpo della Gendarmeria dello Stato della Città del Vaticano in relazione a un’indagine avviata dal Promotore di Giustizia a seguito di due denunce presentate nel mese di luglio e agosto 2019 rispettivamente dallo Ior e dall’Ufficio del Revisore Generale nell’esercizio delle loro competenze istituzionali. La ricerca – ricorda ancora il comunicato – , ha portato al sequestro di determinati documenti e fascicoli», ed è «connessa ad un’attività istituzionale in corso svolta dall’Aif sulla base di un Rapporto di attività sospette che coinvolge diverse giurisdizioni straniere». Fin qui la genesi dei fatti. Successivamente però la stessa Aif si attiva per comprendere che cosa sia effettivamente successo. «Immediatamente dopo questi eventi – informa la nota diffusa ieri –, il Presidente dell’Aif, René Brülhart, dopo aver consultato i membri del Consiglio direttivo, ha avviato un’indagine interna per comprendere a fondo l’attività operazionale dell’Aif interessata». E dunque «sulla base di tale indagine interna, il Consiglio direttivo ha stabilito: in primo luogo, che l’attività svolta dall’Aif e dal suo direttore era di natura strettamente istituzionale e condotta in conformità con lo Statuto dell’Aif. In secondo luogo, che nell’esercizio della sua funzione istituzionale, né il direttore né alcun altro dipendente dell’Aif hanno svolto in maniera inadeguata la propria funzione o tenuto qualsiasi altra condotta impropria».

Anche la conclusione del comunicato appare estremamente significativa. «Poiché l’Aif continua a svolgere le sue attività operazionali a livello nazionale e internazionale – vi si legge infatti -, rimane pienamente cooperativo con le autorità competenti». Perciò «il Consiglio direttivo è fiducioso che le potenziali incomprensioni saranno presto chiarite».

Alcune considerazioni a margine di quella che si può configurare come una vera e propria svolta nel caso si impongono. Primo: leggendo attentamente il comunicato si arriva alla conclusione che non si tratta di una mera difesa di ufficio. La tempistica (tre settimane dopo la perquisizione nella sede dell’Aif e la sospensione dal servizio di Di Ruzza) e l’approfondita indagine interna lo testimoniano. Secondo: eloquente è lo strumento scelto per renderla nota, cioè il canale istituzionale della comunicazione vaticana. Terzo: nell’atteggiamento collaborativo che viene evidenziato in conclusione della nota non si deve certo leggere una sfida o peggio ancora la volontà di un regolamento di conti, quanto piuttosto l’interesse ad accertare, ciascuno secondo le proprie competenze, la verità che deve coinvolgere ogni attore istituzionale della vicenda, tutti comunque a servizio della Santa Sede e del Papa. Infine non è certo da sottovalutare il valore di segnale atteso dalle istituzioni internazionali con le quali l’Aif continua ad avere rapporti e che non avevano fatto mistero nelle scorse settimane di un certo stupore e preoccupazione per le modalità con le quali l’intera operazione era stata condotta, considerati anche gli obblighi internazionali assunti dalla Santa Sede e l’imminente valutazione da parte del comitato Moneyval del Consiglio d’Europa sull’effettivo funzionamento del sistema antiriciclaggio interno, in vista della quale l’attività e il credito internazionale dell’Aif offrono un importante contributo e che è primario interesse della Santa Sede superare con successo.

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