La conferenza stampa di presentazione della seconda tappa del Sinodo dei vescovi - Siciliani
Una Chiesa «viva, bisognosa di autenticità, guarigione e che anela sempre più a essere comunità che celebra e annuncia la gioia del Vangelo, imparando a camminare e a discernere insieme». Questa è secondo il cardinale Mario Grech la fotografia che emerge dalla lettura delle sintesi inviate dalle Conferenze episcopali, dai religiosi e dalle religiose e dalle aggregazioni laicali di tutto il mondo in vista della seconda tappa del processo sinodale: la fase continentale del Sinodo sulla sinodalità (della sintesi Cei abbiamo dato ampio conto nei giorni scorsi).
Il segretario generale del Sinodo è intervenuto ieri alla conferenza stampa che ha fatto il punto della situazione circa la consultazione del popolo di Dio nella prima fase del processo sinodale (le sintesi si riferivano proprio a questo ascolto) e fornito alcune informazioni relative alle modalità di realizzazione del documento per la tappa continentale. «Per capire il processo sinodale – ha detto il porporato –, bisogna pensare a una circolarità feconda di profezia e discernimento».
«La certezza su ciò che lo Spirito dice alla Chiesa – ha quindi aggiunto – si ha unicamente con il sentire insieme, anzi il consentire, il convergere nella fede del popolo di Dio, che avviene attraverso l’ascolto gli uni degli altri». E a tal proposito, rispondendo a una domanda sull’ascolto di chi è favorevole al rito preconciliare, ha detto: «Nessuno deve sentirsi escluso», ma «anche il vescovo deve essere ascoltato, perché a volte c’è il rischio del monologo».
Si guarda avanti dunque. «Con i risultati della consultazione del popolo di Dio e del discernimento delle Conferenze episcopali – ha spiegato infatti Grech – , la Segreteria del Sinodo sarà in grado di elaborare un documento di sintesi che sarebbe potuto diventare l’instrumentum laboris per la fase assembleare che si celebrerà a Roma». Invece, l’inserimento di un livello continentale è stato voluto per garantire ancora di più il rispetto della consultazione. «In questo ulteriore momento di discernimento le assemblee continentali sono chiamate a rileggere il documento prodotto dalla Segreteria del Sinodo, indicando se esprima effettivamente l’orizzonte sinodale emerso nelle Chiese particolari di quel continente».
Attenzione però. «Il Sinodo non è un parlamento dove si decide a maggioranza». E se nella Chiesa c’è chi cammina a destra e chi cammina a sinistra, chi è avanti, chi è indietro, tutti dobbiamo camminare guardando a Cristo». Così si è espresso il cardinale Jean-Claude Hollerich, arcivescovo di Lussemburgo e relatore generale della prossima Assemblea generale ordinaria del Sinodo. Secondo il quale l’obiettivo non è certo quello di produrre degli choc rispetto a certe proposte che arrivano dalla base. Per quanto riguarda i gay ad esempio, sempre Hollerich ha detto: «Nella Chiesa tutti sono benvenuti. È importante ascoltare tutti e quindi ascoltare anche la sofferenza delle persone, penso ai genitori e alle persone interessate». Occorre quindi «cambiare non la dottrina ma l’atteggiamento».
Più in generale si punta dunque «a raccogliere ed esprimere i frutti del processo sinodale in modo che siano comprensibili anche a chi non vi ha partecipato, indicando come la chiamata dello Spirito Santo alla Chiesa è stata compresa nel contesto locale».
Il porporato gesuita ha voluto offrire anche una testimonianza personale. «La lettura delle sintesi pervenute – ha rimarcato infatti – ha prodotto in me, come discepolo di Cristo e come vescovo, una grande consolazione spirituale che si apre ad una grande speranza. Questa speranza, ora, deve trasformarsi in un dinamismo missionario».
Le sintesi pervenute alla Segreteria generale del Sinodo possono essere ripartite in cinque categorie: quelle delle Conferenze episcopali, delle Chiese orientali cattoliche, dell’Usg e Uisg, e dei dicasteri vaticani. Inoltre il Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita è stato incaricato di raccogliere e lavorare sulle sintesi delle associazioni e movimenti ecclesiali. Mentre il Dicastero per la Comunicazione ha realizzato un’attività di ascolto nelle reti social realizzata da alcuni influencer. In questo caso sono arrivate circa 110mila risposte e per una stima di circa 20 milioni di persone coinvolte. «Sono convinto – ha concluso Hollerich – che siamo di fronte a un dialogo ecclesiale senza precedenti nella storia della Chiesa, per la quantità delle risposte e la qualità della partecipazione».