Alcune consacrate in un gruppo di riflessione - Collaboratori
Si apre domani, giovedì, a Roma, l’annuale Incontro nazionale dell’Ordo virginum, che avrà come titolo “Ordo virginum, profezia di sinodalità. «Far fiorire speranze, fasciare ferite, intrecciare relazioni, imparare l’uno dall’altro»” (Papa Francesco). All’appuntamento, promosso dal gruppo per il collegamento nazionale, sono iscritti oltre duecento tra vescovi, delegati, consacrate e donne in formazione, per approfondire la vocazione alla sinodalità della vergine consacrata, chiamata ad ascoltare Dio e i fratelli, in continuo discernimento dei segni dei tempi.
«Le consacrate dell’Ordo – spiega Maria Calvi del Gruppo di collegamento nazionale – sono segno profetico di sinodalità quando annunciano con la vita la possibilità di una vita evangelica secondo le beatitudini da realizzarsi nell’ordinarietà del quotidiano. Nella professione, negli impegni sociali ed ecclesiali, siamo chiamate a essere lievito nascosto che dà consistenza, sale che dà sapore alla vita e luce che rischiara la storia donando fiducia e speranza». In un contesto che privilegia l’apparenza e la visibilità, la consacrazione nel mondo sceglie di fare il bene senza segni distintivi, rumore o protagonismi, essere dentro la realtà per condividere la vita quotidiana di tutti, testimoniando la carità di Cristo, non sottraendosi alla fatica del vivere.
«Le immagini scelte da Gesù nel discorso della Montagna – continua Maria Calvi – ci ricordano che il sale deve sciogliersi per dare sapore, il lievito scompare per dare spessore e la luce non illumina se stessa ma fa cogliere la bellezza dei colori del mondo. Siamo, dunque, chiamate a sparire, perché la testimonianza non deve attrarre a noi ma a Gesù. Sale, lievito e luce, inoltre, sono elementi che vanno dosati bene, perché troppo o troppo poco rischiano di far perdere sapore, consistenza e colore. La testimonianza deve essere discreta, capace di proporsi senza imporsi».
Luogo di apostolato è tutto l’umano, sia dentro la comunità cristiana, sia nella comunità civile, dove la relazione si attua nella ricerca del bene comune, nel dialogo con tutti, chiamati a testimoniare quell’antropologia cristiana che costituisce una proposta di senso in una società spesso disorientata e confusa.
In un tempo segnato da tante incertezze, dovute alla pandemia e alla guerra, che limitano o negano le relazioni umane, la consacrata è chiamata a esprimere con la vita, all’interno dei suoi ambienti di vita, il mistero di un Dio vicino, che può raggiungere le vite di tanti nostri fratelli e sorelle bisognosi talvolta semplicemente di ascolto e disponibilità a condividere con loro pezzi di cammino.
Ad aprire l’Incontro sarà il saluto del Gruppo di collegamento, cui seguirà la presentazione delle “Linee per la formazione permanente”, a cura dell’équipe che ci ha lavorato negli ultimi tre anni, coinvolgendo in un proficuo lavoro sinodale consacrate, delegati e vescovi. Il testo ha lo scopo di favorire la crescita nella fedeltà al dono ricevuto nelle diverse stagioni della vita, come una responsabilità personale che riguarda integralmente la persona, intellettualmente, umanamente e spiritualmente.
Venerdì 19 la biblista Rosanna Virgili, terrà la relazione “Il saluto e il sussulto. La profezia sinodale delle donne nella Bibbia e nella Chiesa” e sabato 20 don Dario Vitali, professore di Ecclesiologia e membro della segreteria generale del Sinodo dei vescovi, offrirà la relazione “L’Ordo virginum alla prova della sinodalità”.
Le celebrazioni eucaristiche saranno presiedute dal vescovo ausiliare di Roma e delegato per l’Ordo, Paolo Ricciardi, da don Michele Gianola, direttore dell’Ufficio vocazioni Cei e dal cardinale João Braz de Aviz prefetto del Dicastero per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica.
Sono previsti, nel corso dell’Incontro annuale, anche un pellegrinaggio alle catacombe di san Callisto, la veglia di preghiera “Fra le tue braccia la vita è danza. In preghiera con Madeleine Delbrêl”, la Celebrazione eucaristica nella Basilica di san Pietro e la preghiera dell’Angelus con papa Francesco.
La storia e i numeri
L’Ordo virginum, forma di vita consacrata che risale alla primitiva comunità cristiana, dopo essere scomparsa nel Medioevo, è stata ripristinata dal Concilio Vaticano II il 31 maggio 1970.
Fu la Sacra Congregazione per il culto divino, per mandato di san Paolo VI, a promulgare il “Rito della Consecratio virginum” e tre anni dopo, il 3 giugno 1973, mentre una commissione di esperti ancora lavorava alla traduzione del rito in lingua italiana, viene consacrata a Roma, con il rito in latino, Rosella Barbieri, insegnante di latino e greco nei Licei statali.
Negli anni successivi sono state consacrate 816 donne, in 125 diocesi italiane su 225, di cui 730 viventi. Le diocesi con il maggior numero di consacrate sono Milano (109), Roma (47), Torino (27), Napoli (20), Bari e Reggio Emilia (17).
Le donne attualmente in formazione sono oltre un centinaio ed hanno un’età media tra i 30 e i 40 anni. Il 25 marzo 2014 è stata pubblicata la Nota Pastorale della Cei “L’Ordo virginum nella Chiesa in Italia” e nel 2018 la Congregazione per la vita consacrata diffonde l’Istruzione, “Ecclesiae Sponsae Imago”.
Nel 2021 il Gruppo di collegamento nazionale ha curato la pubblicazione del “Percorso formativo. Dal discernimento alla consacrazione” (edizioni Áncora 2021), frutto di un lavoro sinodale che ha coinvolto per cinque anni vescovi, delegati, consacrate e donne in formazione. Mentre nel corso dell’Incontro saranno presentate le “Linee di formazione permanente”.