Duecento persone ogni quindici
minuti, ottocento in un'ora, per contemplare il lenzuolo che secondo la tradizione ha avvolto il corpo di Gesù nel sepolcro.
Con la Messa solenne presieduta dall'arcivescovo di Torino,
monsignor Cesare Nosiglia, ha preso il via nel Duomo di San
Giovanni l'Ostensione della Sindone. Una "emozione
indescrivibile" per migliaia di pellegrini arrivati da tutto il
mondo che, fino al 24 giugno, contempleranno "la sofferenza
impressa in quel telo" che, a poche ore dall'ennesima tragedia
nel Canale di Sicilia, "fa pensare a quelle centinaia di poveri
morti in mare".
Nel giorno della Sindone, che il 21 giugno porterà a Torino
anche Papa Francesco, come ha ricordato dopo il Regina Coeli, il
naufragio dei migranti in fuga dalla guerra e dalla miseria è
"una sconfitta" per monsignor Nosiglia, che del Sacro Lino è il
custode pontificio. "Come cristiani possiamo reagire con la
preghiera, ma serve una soluzione concreta e tempestiva", è il
suo appello. "Non è possibile che quasi ogni giorno si
verifichino simili tragedie - prosegue -. L'Italia sta già
facendo molto, ma serve una strategia adeguata che coinvolga
tutti: una risposta deve venire anche dall'Unione Europea".
Parole forti, condivise dai pellegrini in coda lungo gli 850
metri del percorso di avvicinamento alla Sindone. "Su quei
barconi potremmo esserci anche noi", dice Andreina, educatrice
in un nido di Torino. "Quel lenzuolo - aggiunge - ricorda tutta
l'umanità sofferente". E, come ha detto l'arcivescovo di Torino
durante l'omelia della Messa - concelebrata dai vescovi del
Piemonte e dall'arcivescovo emerito di Torino, cardinale
Severino Poletto - punta il dito contro l'"egoismo che crea
disuguaglianza e disperazione in cui è debole, indifeso e
sofferente".
Tra i pellegrini c'è chi non riesce a trattenere le lacrime e
prova la stessa emozione "di quando ho visto Giovanni Paolo II",
come Romina, arrivata da Rimini con il marito e i due figli,
Chiara di cinque anni e Francesco di nove. All'uscita dalla
Cattedrale ha gli occhi lucidi e il fazzoletto in mano.
"Un'esperienza come questa - dice - è un'incontro". Parlano di
"vortice di sentimenti" Angelo e Daniela, romani in trasferta a
Torino per la partita della Lazio contro la Juventus. "Non
potevamo perdere l'occasione di vedere la Sindone - dicono -.
Questo è un momento difficile, ma con la forza della famiglia, e
della fede, ce la faremo".
"Abbiamo provato la stessa emozione di quando siamo andati a
Gerusalemme", raccontano Elsa e Pasquale di Como, mentre Gianni,
di Abano Terme, è accompagnato dai genitori, che spingono la sua
sedia a rotelle. "L'emozione? Non si può descriverla, la porterò
sempre con me", si limita a dire. La gioia vissuta davanti al
telo fa dimenticare la lunga coda ai pellegrini e i piccoli
disagi per i controlli agli otto metal detector che precedono i
tornelli. Il percorso di visita riapre domani, alle 7.30 in
punto. E così sarà fino al 24 giugno.