venerdì 30 agosto 2024
Sarà un viaggio mosaico quello che dal 2 al 13 settembre porterà il Papa a visitare quattro Paesi: Indonesia, Papua Nuova Guinea, Timor Est e Singapore
Papa Francesco

Papa Francesco - Ansa

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Sarà un viaggio mosaico quello che dal 2 al 13 settembre porterà il Papa a visitare quattro Paesi - Indonesia, Papua Nuova Guinea, Timor Est e Singapore - di Asia e Oceania. Mosaico non solo per i popoli, le situazioni e anche le lingue che il Pontefice incontrerà lungo i 33mila chilometri del suo itinerario (il più lungo del pontificato e tra i più lunghi di sempre da quando i Papi hanno ripreso a viaggiare, con 44 ore complessive di spostamenti aerei), ma anche per i tanti temi che probabilmente Francesco toccherà nei 16 discorsi uffciali (4 in Indonesia, 5 in Papua Nuova Guinea, 4 a Timor Est e 3 a Singapore, che verranno pronunciati tutti in italiano, tranne quelli a Timor Est, in spagnolo).

Per questo, nel consueto briefing che precede i viaggi papali, il direttore della Sala Stampa vaticana, Matteo Bruni, ha voluto fornire - oltre a una mappa dettagliata delle singole tappe - anche e soprattutto un disegno complessivo. «Coltivare l’unità nella diversità, in terre complesse e caratterizzate da una ricchezza di fede, culture, religioni e lingue - ha spiegato -. Questo, probabilmente, potrebbe essere il filo unificante».

In effetti il 45° viaggio internazionale di Francesco (quello che farà toccare a Bergoglio la quota di 65 Paesi finora visitati) si presenta davvero all’insegna d una molteplicità di argomenti. Si va dal dialogo interreligioso, specialmente con l’Islam in un Paese come l’Indonesia, alla salvaguardia del creato dato che questi “paradisi” a metà tra mare e cielo sono anche le terre più fortemente a rischio a causa del cambiamento climatico.

Inoltre, come non prevedere anche un riferimento alla «necessità - ha ricordato Bruni - di continuare a coltivare pace dove è acquisita o di prestare aiuto dove non è stata ancora raggiunta, visti i tempi difficili in cui viviamo». Mentre la tappa di Singapore, «con il suo sviluppo economico e tecnologico, potrebbe fornire al Papa l’occasione per tornare sul tema del rapporto tra incremento della tecnologia e sviluppo sociale dei popoli».

Francesco, ha detto ancora il portavoce vaticano, farà «uno sforzo per comprendere i valori e le ferite di queste società complesse e porterà una parola di conforto e di incoraggiamento». Anche e soprattutto alle comunità cattoliche locali, tasselli non maggioritari del mosaico, ma di fondamentale importanza, per garantire pace e stabilità.

Indonesia: in dialogo con l’islam

La prima tappa del viaggio sarà a Giacarta, capitale dell’Indonesia (già toccata da Paolo VI e Giovanni Paolo II in precedenti viaggi). Qui il Papa, partito da Roma nel pomeriggio del 2 settembre, arriverà alle 11,30 (ora locale) del 3 settembre, quando in Italia saranno le 6,30. Questa parte della visita durerà tre giorni e mezzo (la partenza verso Port Meresby è prevista nella tarda mattinata di venerdì 6) e avrà tra le altre una forte connotazione interreligiosa. Francesco, infatti, durante l'incontro del 5 settembre alla moschea Istiqlal - che si affaccia sulla stessa piazza della cattedrale - firmerà insieme al grande imam della moschea, Nazaruddin Umar, un documento che si ispira alla dichiarazione di Abu Dhabi sulla Fratellanza umana. Lo hanno confermato da Roma il portavoce Bruni e da Giacarta il cardinale Ignatius Suharyo e il presidente della Conferenza episcopale indonesiana, Antonius Subianto Bunjamin, vescovo di Bandung. Come riferisce AsiaNews, il porporato ha detto che la visita del Papa è un «faro di speranza per promuovere buone relazioni tra i diversi gruppi religiosi». Il Papa e l’imam si recheranno anche al “Tunnel dell’amicizia” che unisce cattedrale e moschea. Altri momenti significativi della tappa indonesiana saranno gli incontri con le autorità, con i giovani di Scholas Occurrentes e la Messa nello stadio “Gelora Bung Karno”.

Papua Nuova Guinea: accento sulla cura del pianeta

L’arrivo a Port Moresby è in programma alle 18,50 (ora locale) del 6 settembre, dopo una trasvolata di oltre sei ore. Otto le ore di fuso orario rispetto all’Italia. Papua Nuova Guinea è l’unico dei quattro Paesi in cui Francesco visiterà due località. Oltre agli appuntamenti nella capitale, si recherà infatti domenica 8 settembre a Vanimo, a due ore e un quarto di volo da Port Moresby per l’incontro con i fedeli locali nella spianata antistante la cattedrale. Vanimo ha 11mila abitanti e si trova al confine con l’Indonesia. Sorge su una penisola orlata da una spiaggia di sabbia bianca di fronte all’Oceano Pacifico, mentre tutta la zona è ricoperta dalla foresta pluviale. Potrebbe essere questa l’occasione per un discorso sui temi ambientali, che come ha confermato ieri il portavoce vaticano Matteo Bruni, è molto probabile il Papa toccherà durante il viaggio. Cambiamenti climatici, scioglimento dei ghiacci polari, innalzamento del livello degli oceani sono questioni che interessano da vicino questa regione. E il Pontefice della “Laudato si’” anche ieri ha ribadito: «Preghiamo per il grido della Terra. Se misuriamo la temperatura del pianeta, ci dirà che ha la febbre». Nei tre giorni in cui si fermerà in Papua Nuova Guinea Francesco visiterà una struttura per i bambini di strada, inconterà i missionari e celebrerà la Messa nello Stadio “Sir John Guise”.

Timor Est: la presenza determinante dei cattolici

Timor Est è un nome che evoca coraggio e determinazione. Quella della popolazione locale, più del 90 per cento cattolica, nell’ottenere l’indipendenza dall’Indonesia, traguardo raggiunto nel 2002 e per il quale si spese a suo tempo anche Giovanni Paolo II, che visitò questa parte dell’isola di Timor nel 1986. Francesco giungerà a Dili, la capitale, alle 14,10 del 9 settembre, dopo tre ore e mezzo di volo da Port Moresby (in Italia saranno le 7,10). Una tappa, dunque, che potrebbe fornire al Pontefice l’occasione per parlare del ruolo importante dei cattolici non solo a Timor Est, ma in tutta l’area. Carità, accoglienza, istituzioni educative, vocazione alla pace e al dialogo tra le culture sono i valori ispiratori di una presenza, che seppure minoritaria nel contesto continentale appare determinante per la stabilità e la pace (anche se pesano alcuni casi di abusi sessuali). Non a caso uno dei momenti più significativi dei due giorni di permanenza sarà la visita, il 10 settembre, alla scuola Irmas Alma, gestita dalla Congregazione delle suore Alma, che si occupa dei bambini più svantaggiati, cui sono state diagnosticate disabilità fisiche e mentali. Nella Cattedrale dell’Immacolata Concezione (la più grande del sud-est asiatico), Francesco incontrerà i vescovi, i sacerdoti e i consacrati. Previsti anche qui l’incontro con i giovani e la messa nella spianata di Taci Tulu con 750mila fedeli.

Singapore: sviluppo tecnologico e dimensione umana

Singapore è la quarta e ultima tappa del viaggio. L’arrivo del Papa è in programma alle 11,15 (ora locale, quando in Italia saranno le 4,15) dell’11 settembre, dopo quattro ore di volo da Dili. Singapore (dal sanscrito Singa Pura, Città del Leone) è una città-stato situata all’estremità della penisola malese, nata come porto peschereccio, oggi è una delle nazioni più sviluppate dell’intero pianeta, con un accentuato sviluppo tecnologico e opere architettoniche avveniristiche, soprattutto nel quartiere di Marina Bay dal suggestivo skyline. Un contesto che potrebbe favorire la riflessione del Papa sui temi dei limiti anche etici di un certo modello di sviluppo e sulle questioni legate ad esempio alla intelligenza artificiale. Ma Singapore è anche “vicina” in un certo senso a Hong Kong e alla Cina. E chissà che non possa ripetersi ciò che avvenne in Mongolia, quando al termine della Messa celebrata a Ulaanbaator, Francesco, chiamando a sé il cardinale Tong Hon e l’allora futuro porporato Chow, pastore emerito e attuale di Hong Kong, mandò un saluto «a tutto il nobile popolo cinese». Tra i momenti più significativi dei due giorni di permanenza, l’incontro con le autorità, la Messa, al “Singapore SportsHub” (12 settembre); la visita ad un gruppo di anziani e malati e l’incontro interreligioso con i giovani . Alle 11.50 la partenza per Roma dove l’arrivo è previsto alle 18:25, dopo 13 ore di volo.

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