sabato 12 dicembre 2015
In ogni diocesi, tra ieri e oggi, l'apertura della Porta Santa nella cattedrale segna l'avvio del Giubileo. L'esperienza della Misericordia attende anche in santuari, ospedali, carceri, mense per i poveri. (Francesco Ognibene)

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Il Giubileo ad Aleppo
Misericordiae Vultus, la bolla d'indizione
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Cattedrali di tutto il mondo protagoniste oggi per l’apertura solenne di centinaia di Porte Sante, designate dai vescovi locali come luogo simbolico per inaugurare l’Anno Santo della Misericordia. Già ieri – e in qualche caso allo scoccare della mezzanotte – in alcune diocesi si era svolto il rito che fa eco a quelli con i quali il Papa ha aperto il Giubileo in San Pietro nel giorno dell’Immacolata e, dieci giorni prima, a Bangui, nel cuore ferito dell’Africa. Con la liturgia che oggi vede ovunque in Italia e nel mondo il vescovo guidare il suo popolo attraverso la soglia finalmente spalancata della Porta Santa diocesana il Giubileo della Misericordia si può dunque dire che inizia per tutta la Chiesa cattolica. Con una caratteristica a segnarne la natura e lo stile: l’Anno Santo infatti sarà locale e non solo romano, la sua stessa tematizzazione lo rende accessibile a tutti, nella propria terra, dentro la vita di continenti, Paesi e città, con Roma come cuore e simbolo di unità ma con la centralità che va al cuore di ogni persona che si voglia mettere in cammino verso le braccia misericordiose del Padre. Il pellegrinaggio è anzitutto alla propria cattedrale, al santuario o alla chiesa individuati come luoghi dove si aprono (da oggi in avanti, nelle prossime settimane) Porte Sante in gran numero. Ma l’impronta peculiare che il Papa ha voluto conferire a questo Anno ha condotto a individuare Porte della Misericordia anche in mense per i poveri, luoghi di lavoro, ospedali, carceri, centri di accoglienza per migranti, istituti per disabili... L’esempio l’ha offerto lo stesso Francesco, aggiungendo alle quattro Porte giubilari tradizionali (quelle delle basiliche, con l’apertura oggi delle Porte di San Giovanni in Laterano e San Paolo fuori le Mura, il turno di Santa Maria Maggiore verrà il 1° gennaio) una quinta Porta Santa nel rinnovato Ostello Caritas alla Stazione Termini di Roma intitolato a don Luigi di Liegro, con l’apertura fissata il 18 dicembre per mano dello stesso Papa. È l’esperienza della Misericordia nell’incontrare il volto degli esclusi, degli "scartati" dalla società, degli emarginati quella che Francesco propone, perché il Giubileo segni una riconciliazione non solo interiore ma per risanare le stesse ferite dell’ingiustizia sociale. Nelle intenzioni del Papa, espresse con intensità nella bolla d’indizione «Misericordiae vultus» (un testo da leggere oggi per rispondere a tute le proprie e altrui domande sul Giubileo che inizia), l’Anno della Misericordia deve portare a fare esperienza di Dio che in Gesù Cristo non vuole altro che perdonare ciascuno, non vede l’ora, ci attende uno per uno. «Abbiamo sempre bisogno di contemplare il mistero della misericordia – ha scritto il Papa –. È fonte di gioia, di serenità e di pace. È condizione della nostra salvezza. Misericordia: è la parola che rivela il mistero della Santissima Trinità. Misericordia: è l’atto ultimo e supremo con il quale Dio ci viene incontro. Misericordia: è la legge fondamentale che abita nel cuore di ogni persona quando guarda con occhi sinceri il fratello che incontra nel cammino della vita. Misericordia: è la via che unisce Dio e l’uomo, perché apre il cuore alla speranza di essere amati per sempre nonostante il limite del nostro peccato». Ecco il cammino che ci attende, dietro quella Porta spalancata.

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