mercoledì 28 giugno 2023
Non passa settimana che dalla Nigeria arrivino notizie di sequestri di sacerdoti cattolici. Per comprendere meglio questo drammatico fenomeno Avvenire ha incontrato l'arcivescovo di Abuja
Attentato a una chiesa cattolica in Nigeria

Attentato a una chiesa cattolica in Nigeria - Ansa

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Non passa settimana che dalla Nigeria arrivino notizie di sequestri di sacerdoti cattolici che a volte hanno anche esiti drammatici con l’uccisione del rapito. Per comprendere meglio questo drammatico fenomeno Avvenire ha posto alcune domande a monsignor Ignatius A. Kaigama, arcivescovo di Abuja, la capitale federale, e dal 2012 al 2018, quando era arcivescovo di Jos, presidente della Conferenza episcopale nigeriana. Il presule sottolinea che i rapimenti non riguardano solo il clero cattolico e rileva le motivazioni economiche – il business dei riscatti – di tali crimini, mettendo in luce la difficile situazione generale del più popoloso Paese africano.

Eccellenza negli ultimi anni ci sono stati numerosi sacerdoti rapiti e a volte anche uccisi. Avete delle statistiche sulla dimensione del fenomeno?
I dati sul fenomeno sono ancora in fase di raccolta da parte delle diocesi. Gli ultimi rapporti, tuttavia, mostrano che un certo numero di sacerdoti cattolici sono stati uccisi da uomini armati, mentre molti altri sono stati rapiti solo nel 2022. Il 2022 è stato un anno terribile per il clero, sottoposto a rapimenti quasi quotidiani con richieste di riscatto. Sebbene ci fosse il timore che questi rapimenti fossero una persecuzione mirata della fede cristiana, l'evidente motivazione economica – la richiesta di soldi come riscatto – che c’è dietro questo fenomeno, ha in qualche modo eclissato queste preoccupazioni. Sebbene possa sembrare che gli attacchi siano diventati più evidenti solo di recente, sono stati fonte di preoccupazione fin dall’anno precedente. L’assalto ai leader religiosi non si limita solo ai sacerdoti cattolici. Anche gli esponenti religiosi islamici hanno sopportato, sebbene in misura minore, il peso dell’insicurezza nel Paese.

Quali sono le motivazioni di questi continui rapimenti?
Questi recenti sviluppi hanno portato molti a chiedersi perché la Chiesa cattolica stia diventando un bersaglio per rapitori e assassini in tutto il Paese. Questi attacchi non possono essere una semplice coincidenza. Sono ben coordinati e deliberati. Alcuni dei sacerdoti sono stati rapiti proprio dalla casa canonica della loro parrocchia. Quindi gli autori sanno chi vogliono e dove trovarli. Per cominciare, la corruzione ha aggravato la povertà e il divario nella distribuzione della ricchezza, alimentando la violenza in tutta la nazione. L’alto tasso di disoccupazione ha costretto alcuni cittadini a trovare altri modi per fare soldi e alcuni di questi modi sono illegali. Gli studi sui modi e sugli effetti di queste uccisioni mostrano chiaramente uno sforzo costante e concertato per accaparrarsi la terra e privare la popolazione dei suoi diritti. L’aspetto religioso del fenomeno non può essere del tutto trascurato. La Nigeria è la base di Boko Haram, gli estremisti islamici la cui insurrezione, durata 12 anni, ha ucciso un numero non quantificabile di persone, la maggior parte delle quali sono cristiane.

L’arcivescovo Ignatius A

L’arcivescovo Ignatius A - Ansa

Qual è l’atteggiamento e l’impegno delle forze dell’ordine e delle autorità politiche per contrastare questo fenomeno?
L’incapacità di proteggere la popolazione è da imputare al governo federale che ha perso la capacità di tenere a freno i vari gruppi di uomini armati che ora terrorizzano diversi luoghi, in particolare nel Nord, senza sosta o ostacoli. A questo punto, dovrebbe essere chiaro alle autorità che la strategia esistente per arginare l’insicurezza e promuovere la pace non sta funzionando e dovrebbe essere esaminata, migliorata o, nella migliore delle ipotesi, riprogettata.

Quindi?
L’obbligo fondamentale del governo, come sancito dalla Costituzione, è quello di salvaguardare la vita e la proprietà dei suoi cittadini, indipendentemente dall’appartenenza etnica o religiosa. Qualsiasi violazione di questo concetto fondamentale del contratto sociale va contro l’intero obiettivo del governo. Quando un governo perde la capacità di difendere la vita e la proprietà dei suoi cittadini, perde la legittimità e l’anarchia è alle porte.

Che cosa si aspetta dal nuovo presidente Bona Tinubu che si è insediato a fine maggio?
Il nuovo governo deve prendere posizione e fare il necessario per assicurare che i terroristi siano messi in scacco, i criminali siano catturati, i banditi sgominati e i rapitori messi fuori gioco. Questo è il minimo che i cittadini si aspettano dai loro leader. L’aumento e la proliferazione di molte forme di organizzazioni di “auto-aiuto” per la sicurezza è una forte attestazione di un voto di sfiducia, per così dire, nei confronti delle autorità.

Quali consigli danno i vescovi ai propri preti per evitare pericoli?
I vescovi hanno spesso raccomandato ai sacerdoti di essere più attenti alla sicurezza, di viaggiare solo quando necessario e di evitare uno stile di vita appariscente o ostentato. La domenica, di solito, ci sono rigorosi controlli di sicurezza per le persone che vogliono entrare nelle chiese. Le chiese in Nigeria hanno anche ingaggiato gruppi di sicurezza che lavorano 24 ore su 24 per impedire a persone sospettate di essere terroristi di entrare nei luoghi di culto. Finora i gruppi di sicurezza sono riusciti ad anticipare e fermare molti tentativi di attacco alle chiese. Alla gente viene anche detto che, se vede una persona strana, deve avvertire il personale di sicurezza. La sicurezza non può essere lasciata solo nelle mani del governo. I singoli, le chiese, i gruppi e le comunità dovrebbero prendere misure preventive per evitare il ripetersi di questi atti scellerati. Nel complesso, la gente viene continuamente sensibilizzata sulla realtà dell’insicurezza nel Paese. Tuttavia, oltre a tutte queste misure di sicurezza messe in atto, confidiamo che Dio ci fornisca la massima sicurezza. Il Salmista dice: “Se il Signore non veglia sulla città, invano le sentinelle fanno la guardia” (Salmo 127:1).

Che cosa può fare la comunità internazionale per aiutare la Nigeria su questo fronte?
Nel 2020, gli Stati Uniti hanno dichiarato la Nigeria “Paese di particolare preoccupazione” per la libertà religiosa, insieme a Cina, Iran, Pakistan e Arabia Saudita. A questo punto, è ragionevole condurre un’indagine completa per scoprire le persone che si celano dietro questi crimini e, se si stabilisce che sono stati commessi crimini di guerra e crimini contro l’umanità, questi dovrebbero essere affrontati attraverso procedimenti nazionali, in caso contrario la Corte penale internazionale (Cpi) dovrebbe occuparsene. Secondo le stime della Banca Mondiale, oltre 95 milioni di nigeriani vivono in povertà con circa 1,90 dollari al giorno. La Nigeria non dispone di un sistema di protezione sociale efficace in grado di proteggere i cittadini da eventuali shock economici. Di conseguenza, l'architettura del debito internazionale costituita da Fmi, Banca Mondiale, Banca Africana di Sviluppo e sistema finanziario internazionale dovrebbe essere parte della nostra risposta mirata a questo fenomeno.

E che cosa possono fare i mezzi di comunicazione locali e internazionali?
I mass media dovrebbero fare molto di più che riferire i conflitti da lontano. Devono essere coinvolti nel processo di pace attraverso i loro reportage per una società pacifica. I giornalisti internazionali che si occupano di notizie religiose dovrebbero acquisire una conoscenza adeguata delle principali religioni in Nigeria, in particolare dell’islam e del cristianesimo. Dovrebbero anche essere onesti nel riferire le notizie, specialmente quelle riguardanti l’insicurezza nel Paese, agli organismi internazionali competenti. Le organizzazioni mediatiche internazionali dovrebbero assumere un maggior numero di reporter a tempo pieno e non affidarsi a collaboratori che vengono pagati in base al numero di storie pubblicate, come hanno fatto nel corso degli anni.

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