Questa mattina, alle 11, Papa Francesco – a poche ore dalla partenza per la
Corea - si è recato in forma privata, senza seguito, alla Basilica di Santa
Maria Maggiore, dove ha sostato per una ventina di minuti in preghiera
silenziosa davanti all’immagine della Vergine “Salus Populi Romani” e le ha
presentato un semplice omaggio floreale. È la decima volta che Papa Francesco
si reca a pregare a Santa Maria Maggiore per invocare la protezione della
VerginePrima di lasciare Roma per Seul non poteva mancare il saluto alla Salus Populi Romani di Santa Maria Maggiore. È ormai diventata una consuetudine, un appuntamento fisso la visita di papa Francesco ai piedi della Vergine di san Luca alla partenza e al ritorno dai suoi viaggi internazionali. L’ultima, in forma privata, era stata il 27 maggio al rientro dalla Terra Santa. La visita di oggi è la decima dalla sua elezione al Soglio di Pietro. Il significativo gesto di affidamento che papa Francesco compie s’inserisce, sempre con rinnovata espressione, nella secolare tradizione della Chiesa di Roma: a Maria Salus Populi Romani, è infatti storicamente legato il vescovo di Roma, e un pontificato affidato alla Salus Populi Romani è un pontificato consacrato alla Salus Ecclesiae. Un vincolo suggellato anche dalla personale devozione del Papa gesuita sul modello di sant’Ignazio di Loyola, che alla particolare protezione della Theotokos liberiana aveva affidato la missione della nascente Compagnia di Gesù. Ma la richiesta di protezione per il viaggio in Corea del Sud che compie oggi papa Francesco poco prima di imbarcarsi sull’aereo si arricchisce di un significato in più. L’antica e venerata icona della Vergine custodita nella basilica romana è stata, infatti, la prima immagine della Madonna a essere diffusa in Estremo Oriente. E furono proprio i primi missionari gesuiti destinati a raggiungere quelle lontane terre a portarla, a far conoscere attraverso di essa la Madonna e a promuoverne il culto. Particolarmente tra i cinesi. Nel 1566 san Francesco Borgia, terzo generale dell’Ordine, riuscì a ottenere da papa san Pio V un permesso che non era mai stato concesso ad altri: la riproduzione dell’icona. Dalle cronache di Matteo Ricci e dalle lettere dei suoi compagni sappiamo che in Cina, nei secoli XVI-XVII, il quadro della Salus Populi Romani venne diffuso dai missionari gesuiti in tutte le zone dove riuscirono a penetrare, da Macao a Pechino. Sappiamo inoltre che i dipinti della Madonna venerata in Santa Maria Maggiore destarono subito grande interesse tra quelle popolazioni. Nel 1602 una copia venne donata da padre Matteo Ricci all’imperatore Uanli, il quale ne rimase profondamente ammirato tanto da farla collocare nel suo palazzo. In una lettera indirizzata al generale dell’Ordine il missionario informava con semplicità che la madre dell’imperatore ne era rimasta così stupita da esclamare: «Questa è madre di un Dio vivo!», e professando la verità senza saperlo offriva ogni giorno profumi e incensi dinanzi all’immagine in segno di omaggio alla 'divina Signora'.