Il cardinale Parolin, con il direttore dell'Ansa, Luigi Contu, durante la presentazione del libro "La Tunica e la Tonaca" di padre Enzo Fortunato (a destra) - Ansa
«È andata bene, abbiamo avuto un colloquio cordiale, in cui lui ha espresso le ragioni per le quali ha fatto questi interventi. E noi abbiamo spiegato le ragioni per cui intendiamo avanti per la strada che abbiamo già percorso». Così si è espresso il cardinale Pietro Parolin a margine dell’incontro di presentazione del libro di padre Enzo Fortunato "La tunica e la tonaca", in merito al colloquio con il ministero degli Esteri Usa, Mike Pompeo, avuto in mattina nel Palzzo Apostolico.
«Le posizioni rimangono distanti. Ma lo scopo non era neppure quello di avvicinarle - ha aggiunto il segretario di Stato vaticano, rispondendo alle domande dei giornalisti –. Però mi pare che ci sia stato un ragionamento articolato su questo tema, da parte sua almeno si è espressa comprensione soprattutto per il metodo con il quale la Santa Sede si approccia a questi problemi. In fin dei conti - ha sottolineato - cerchiamo tutti la stessa cosa, cerchiamo tutti la libertà religiosa, una vita religiosa per la Chiesa. Noi però ci differenziamo sul metodo, su come raggiungere queste finalità. Ma allo stesso tempo rivendichiamo da parte nostra una scelta pensata, riflettuta, pregata, una scelta che ha fatto il Papa, quindi la libertà di poter continuare ad andare avanti su questa strada intrapresa».
Quanto all’accordo con il governo cinese, «finché sarà ad experimentum questo accordo rimarrà segreto - ha detto Parolin –. Per i prossimi due anni - questa è la richiesta - dovrebbe continuare come è stato fatto finora. Si spera che continui a funzionare, che funzioni ancora meglio rispetto a quello che è stato fatto finora e che quindi si possa procedere a nominare vescovi per le diocesi vacanti della Cina».