sabato 28 dicembre 2024
A 10 anni dalla morte un convegno nella sua città natale Villacidro. Fu uomo di fiducia di Giovanni Paolo II. È stato arcivescovo e segretario della Congregazione per l'educazione cattolica
L'arcivescovo Giuseppe Pittau (1928-2014) in una immagine del 2011

L'arcivescovo Giuseppe Pittau (1928-2014) in una immagine del 2011 - Siciliani

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Missionario in Giappone come lo spagnolo san Francesco Saverio, gesuita di fiducia di Giovanni Paolo II, rettore della Sophia University di Tokyo, poi della Gregoriana (1992-1998) e infine arcivescovo e segretario della Congregazione per l’educazione cattolica (1998-2003). È il ritratto della vita dell’arcivescovo sardo-giapponese Giuseppe Pittau di cui in questi giorni ricorrono i 10 anni dalla morte. Il presule gesuita morì in una casa di sacerdoti gesuiti a Tokyo alle 21.55 del 26 dicembre 2014 all’età di 86 anni per le conseguenze di un ictus.

E venerdì 27 dicembre la città in cui nacque, Villacidro (diocesi di Ales-Terralba) in Sardegna il 20 ottobre 1928, ha reso omaggio all’illustre religioso con una giornata celebrativa. Il convegno dedicato all’arcivescovo gesuita si è svolto nella sede del Centro Culturale, nel Palazzo vescovile di Villacidro, presenti Atsutoshi Hagino, consigliere dell'ambasciata del Giappone presso la Santa Sede e il gesuita statunitense Mark Andrew Lewis, attuale rettore della Pontificia Università Gregoriana di Roma e successore di Pittau.

Ha presieduto l’incontro l’arcivescovo di Oristano e vescovo di Ales-Terralba il francescano conventuale Roberto Carboni. Relatore finale dell’incontro è stato il fratello dell’illustre ignaziano don Angelo Pittau, presidente del Centro culturale e alta formazione dedicato al presule gesuita.

Ma chi era monsignor Giuseppe Pittau? Studia nel Seminario della diocesi di Ales-Terralba, passa successivamente a quello regionale di Cuglieri per frequentare il liceo. A 17 anni entra nella Compagnia di Gesù. Trascorre parte della sua formazione come scolastico tra Ariccia e Cuneo. I suoi superiori lo destinano a studiare all’università di Barcellona dove si laureò in filosofia nel 1952.

Lo stesso anno fu inviato in Giappone, dove rimase per ben 29 anni. I primi due anni furono durissimi, studiò il giapponese a Yokosuka in una scuola per stranieri e contemporaneamente approfondì l’inglese. Nel 1954, terminata la scuola di lingua, ricevette l’incarico di insegnante di inglese e morale sociale in una scuola media giapponese. Nel 1956 si iscrisse alla Sophia University di Tokyo, dove nel 1959 si laureò in teologia. Il 18 marzo 1959 fu ordinato presbitero. In seguito frequentò per tre anni l’Università di Harvard a Boston negli Usa, per conseguire il dottorato di ricerca in Scienze politiche.

Lì conobbe e strinse amicizia con Henry Kissinger, Ted Kennedy e la futura imperatrice del Giappone Michiko nata lo stesso giorno di Pittau al quale il 20 ottobre di ogni anno inviava gli auguri. La svolta, nella sua vita avviene nel febbraio 1981, quando Giovanni Paolo II si recò in Giappone: come nel caso di Carlo Maria Martini papa Wojtyla rimase folgorato dalle capacità intellettuali e organizzative di Pittau. Interprete e guida durante il viaggio di papa Wojtyla è padre Pittau, conquistandosi la stima del Pontefice che lo chiama a Roma per affiancare padre Paolo Dezza (confessore di Paolo VI e futuro cardinale), commissario della Compagnia di Gesù, a seguito della grave malattia che aveva colpito il preposito dei gesuiti, Pedro Arrupe. Nel 1984 l’imperatore gli conferisce una delle onorificenze più prestigiose: l’Ordine del Crisantemo.

Tra i dati singolari di questo illustre personaggio - a cui un giornalista del calibro di Bernardo Valli ha dedicato, in anni recenti, un ritratto memorabile sulle colonne de “La Repubblica”– scelse di essere cremato: una parte delle sue ceneri riposano nel cimitero di Villacidro mentre le altre sono nel suo amato Giappone.


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