"Scienza e fede hanno una reciprocità feconda, quasi una complementare esigenza dell'intelligenza del reale". Ma, "paradossalmente, proprio la cultura positivista, escludendo la domanda su Dio dal dibattito scientifico, determina il declino del pensiero e l'indebolimento della capacità di intelligenza del reale". Lo ha affermato Benedetto XVI durante la visita alla sede romana dell'Università Cattolica, nel 50/o anniversario dell'istituzione della Facoltà di Medicina e Chirurgia. "Il Cristianesimo non relega la fede nell'ambito dell'irrazionale", ha detto il Papa, aggiungendo poi che "è proprio percorrendo il sentiero della fede che l'uomo è messo in grado di scorgere nelle stesse realtà di sofferenza e di morte, che attraversano la sua esistenza, una possibilità autentica di bene e di vita".Secondo papa Ratzinger, "vissuta nella sua integralità, la ricerca è illuminata da scienza e fede, e da queste due ali trae impulso e slancio, senza mai perdere la giusta umiltà, il senso del proprio limite". In tal modo, ha aggiunto, "la ricerca di Dio diventa feconda per l'intelligenza, fermento di cultura, promotrice di vero umanesimo, ricerca che non si arresta alla superficie". Benedetto XVI ha quindi invitato a lasciarsi "sempre guidare dalla sapienza che viene dall'alto, da un sapere illuminato dalla fede, ricordando che la sapienza esige la passione e la fatica della ricerca". Ad accogliere il Pontefice, accompagnato dal cardinale Angelo Scola, arcivescovo di Milano e presidente dell'Istituto Toniolo, sono il presidente della Camera Gianfranco Fini, i ministri dei Beni culturali Lorenzo Ornaghi, della Salute Renato Balduzzi e per i Rapporti con il Parlamento Piero Giarda, nonché dalla presidente della Regione Lazio Renata Polverini, dal sindaco di Roma Gianni Alemanno e dal presidente della Provincia Nicola Zingaretti.