(Siciliani)
«La mia idea è un dialogo sincero con voi, dove si domandano le cose chiaramente e senza paura». Con questo breve saluto papa Francesco si è rivolto ai vescovi italiani all'apertura della 70ª Assemblea Generale della Conferenza episcopale italiana che andrà avanti fino a giovedì 25 maggio nell’aula del Sinodo in Vaticano. Prima di iniziare il dialogo con i vescovi papa Francesco è stato accolto dal saluto del cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della Cei.
Il Papa ha ringraziato il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente uscente della Cei, in apertura dell'assemblea che sceglierà il successore: «Ringrazio il cardinale Bagnasco per le sue parole. Vorrei ringraziare lui per questi 10 anni di servizio e per la pazienza che ha avuto con me. Non è facile lavorare con questo Papa». «In questo lavoro - ha continuato Francesco - posso dire che ci vogliamo bene. Infatti c'è un'amicizia bella. Soltanto ho una paura: quanto mi farà pagare sabato prossimo per entrare a Genova?».
Papa Bergoglio si è poi concesso un'altra battuta, alludendo alla recente elezione di Bagnasco alla guida del Consiglio delle Conferenze Episcopali d'Europa (CCEE): «Grazie tanto ma lei non è tanto abituato (a lasciare, ndr): passa da una presidenza all'altra».
Papa Francesco ha poi comunicato ai vescovi italiani la sua intenzione di non leggere il discorso preparato, dando vita invece a un botta e risposta con loro. «Ho scritto una cosa che volevo dirvi ma poi leggendo e rileggendo ho visto che era più una meditazione (QUI IL TESTO INTEGRALE) che un'introduzione. Ho pensato di lasciarlo a voi come un servizio, ognuno se lo porta, lo legge e rilegge per aiutare la conferenza episcopale per andare avanti, per dare più frutti. Adesso meglio un dialogo sincero. Si domandano le cose chiaramente. Senza paura. Quando quello che presiede non permette il dialogo regna il chiacchiericcio. E io sono disposto a sentire opinioni non piacevoli a me, sono qui come servo dei servi di Dio». «Ascoltarvi - ha poi concluso - è quello che debbo fare. Facendo insieme il dialogo. Fino alle 19. Se non c'è niente da dire, finiamo prima».
La meditazione di papa Francesco non letta ma consegnata ai vescovi italiani
Il saluto del cardinale Bagnasco al Papa all'apertura dell'assemblea elettiva
Nel saluto di Bagnasco rivolto al Papa (QUI IL TESTO INTEGRALE) viene ricordata la missione dei vescovi italiani che «sgorga dall'incontro cercato, coltivato e custodito con Gesù Cristo, Crocifisso e Risorto. In lui prende volto il nostro essere Chiesa, comunità dal cuore ardente e misericordioso, che trova la sua unica e vera grandezza nel servizio umile e generoso. Avvertiamo – e Lei, Santità, ce lo testimonia con coraggio apostolico – che questa rimane la via maestra per fecondare con la gioia del Vangelo la cultura e la società odierna, cosicché la luce di Cristo possa illuminare ogni uomo».
In un altro passaggio del saluto il cardinale Bagnasco ha ricordato l'attenzione «soprattutto ai giovani. In sintonia con gli Orientamenti pastorali del decennio e il Sinodo da Lei indetto, vogliamo non soltanto farci carico degli aneliti e delle domande che le nuove generazioni portano nel cuore, ma anche ascoltarne con sollecitudine la voce. Le loro condizioni di vita, la loro capacità di stare insieme e il loro desiderio di costruire il domani ci interpellano e chiamano in causa la nostra responsabilità educativa e testimoniale; l’incontro con loro ci aiuta a riscoprire ogni giorno il primato di Dio nella nostra vita per pensare e agire in quella libertà che nasce dalla verità».
Dopo aver ricordato il compito di questa Assemblea che è chiamata ad eleggere una terna con cui contribuire alla nomina del nuovo presidente della Conferenza Episcopale Italiana, il cardinale Bagnasco ha fatto sue le parole da papa Francesco a Fatima: “Sotto la protezione di Maria, siamo nel mondo sentinelle del mattino che sanno contemplare il vero volto di Gesù Salvatore, quello che brilla a Pasqua, e riscoprire il volto giovane e bello della Chiesa, che risplende quando è missionaria, accogliente, libera, fedele, povera di mezzi e ricca di amore”.