Ansa
«Amo davvero il Signore, al punto da volerlo annunciare? Voglio diventare suo testimone o mi accontento di essere suo discepolo? Prendo a cuore le persone che incontro, le porto a Gesù nella preghiera? Desidero fare qualcosa perché la gioia del Vangelo, che ha trasformato la mia vita, renda più bella anche la loro?». Con queste domande Papa Francesco ha concluso la catechesi pronunciata all’udienza generale. Al termine della quale ha rinnovato un forte appello per la pace in Terra Santa, invocando un «immediato cessate il fuoco umanitario», perché «la popolazione di Gaza è allo stremo», e la liberazione «subito di tutti gli ostaggi».
Francesco ha incentrato la sua meditazione sul tema “Effatà, apriti Chiesa!, prendendo spunto dal capitolo 7 del Vangelo di Marco. È stata l’ultima catechesi del ciclo dedicato a La passione per l’evangelizzazione: lo zelo apostolico del credente.
Il Papa ha ribadito che «la passione per l’annuncio del Vangelo» riguarda «ogni cristiano». Ecco quindi che siamo «tutti chiamati, in quanto battezzati, a testimoniare e annunciare Gesù», chiedendo «la grazia, come Chiesa, di saper attuare una conversione pastorale e missionaria».
Francesco ha rimarcato che, avendo «ricevuto l’effatà dello Spirito nel Battesimo», tutti «siamo chiamati ad aprirci». E ha aggiunto: «’Apriti’, dice Gesù a ogni credente e alla sua Chiesa: apriti perché il messaggio del Vangelo ha bisogno di te per essere testimoniato e annunciato!». «Un cristiano – ha aggiunto a braccio - deve essere aperto alla parola di Dio e al servizio degli altri. I cristiani chiusi finiscono male sempre perché non sono cristiani sono ideologi, ideologi della chiusura. I cristiani devono essere aperti nell'annunzio della Parola, nell'accoglienza dei fratelli e sorelle».
Salutando i fedeli di lingua tedesca il Papa ricordato che oggi ricorre la memoria liturgica di Santa Lucia, Vergine e Martire, invocando il suo aiuto per «fare risplendere, attraverso la nostra testimonianza di fede, Cristo luce delle genti».
Nel salutare i pellegrini di lingua italiana Francesco ha rivolto «un cordiale benvenuto ai fedeli di Santa Maria La Fossa e Tenna Tramonti». E si è detto «lieto di accogliere le numerose scolaresche, in particolare il liceo Plinio Seniore di Roma, il liceo Ettore Majorana di Genzano di Lucania e gli alunni di Tarquinia, Frosinone e Valle Roveto». Poi il saluto «ai giovani, agli anziani, ai malati, agli sposi novelli». «Oggi – ha aggiunto Francesco - la liturgia fa memoria di santa Lucia, vergine e martire. In alcune zone d’Italia e d’Europa è consuetudine scambiarsi in questa ricorrenza i doni per il Natale ormai prossimo. Vorrei invitare tutti voi a scambiarvi il dono dell’amicizia e della testimonianza cristiana. È un bel dono questo!».
E infine il Papa ha esortato a non dimenticare «di chiedere il dono della pace per le popolazioni che soffrono a causa della guerra, specialmente per la martoriata Ucraina, e per Israele e la Palestina».
Prima dei saluti finali Francesco ha detto di continuare «a seguire con molta preoccupazione e dolore il conflitto in Israele e Palestina». «Rinnovo – ha soggiunto - il mio appello per un immediato cessate il fuoco umanitario. Si soffre tanto lì». «Incoraggio – ha continuato - tutte le parti coinvolte a riprendere i negoziati e chiedo a tutti di assumersi l'urgente impegno di far arrivare gli aiuti umanitari alla popolazione di Gaza che è allo stremo e ne ha veramente bisogno». «Si liberino subito tutti gli ostaggi che avevano visto una speranza nella tregua di qualche giorno fa. Che questa sofferenza per gli israeliani e per i palestinesi finisca. Per favore no alle armi, sì alla pace», ha concluso.