sabato 6 luglio 2024
Nel volume «Chiesa e democrazia» vescovo di Faenza-Modigliana rintraccia i nodi principali che mettono a rischio i meccanismi della democrazia. Con uno sguardo al magistero di papa Francesco
Roma, 12 giugno 2024. Monsignor Mario Toso durante la presentazione del suo libro "Chiesa e Democrazia".

Roma, 12 giugno 2024. Monsignor Mario Toso durante la presentazione del suo libro "Chiesa e Democrazia". - Siciliani

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Un prezioso contributo alla 50esima edizione delle Settimane sociali dei cattolici italiani, in corso a Trieste, arriva dal libro «Chiesa e democrazia» (Frate Jacopa, 20 euro, 268 pagine) di Mario Toso, vescovo di Faenza-Modigliana, uno dei massimi esperti della dottrina sociale della Chiesa e autore di una decina di libri sul tema.

Per il presule l’attuale crisi della democrazia è legata alla crisi della libertà: le élite tecnico-finanziarie ed economiche sono governate dalla logica esclusiva del profitto. I risvolti sociali sono volutamente trascurati. Squilibri occupazionali e distributivi sono frutti di disuguaglianze crescenti. Inoltre, la fraternità è negata dalla terza guerra mondiale a pezzi e dalle chiusure rispetto ai flussi migratori. Eppure c’è uno stretto rapporto tra democrazia e libertà: la prima non può essere senza la seconda e può svilupparsi solo se si sprigiona da una libertà responsabile e solidale.
In un contesto in cui, paradossalmente, è la stessa Chiesa a rafforzare la laicità, i parlamenti non hanno nulla da temere dai vescovi, mentre è indispensabile una presenza dei cattolici in Parlamento. Nella prima parte del libro l’autore ripercorre i passaggi salienti della dottrina sociale della Chiesa sul tema della democrazia, da Pio XII a Benedetto XVI, il quale sosteneva che “la democrazia fiorisce quando supera la dittatura del relativismo e si basa su presupposti incontrovertibili”.
La seconda parte del libro è dedicata al magistero attuale di papa Francesco. Quindi riappropriarsi della democrazia significa rendersi conto che essa è la forma di governo più commisurata alla persona.
L’enfatizzazione individualistica accresce la logica utilitarista e uccide la comunità. Per cui Toso invita ad abbandonare una democrazia a bassa intensità, che si connota per le disuguaglianze crescenti, la cultura dell’indifferenza e dello scarto, il deficit della politica asservita al potere. Così i partiti, diventano comitati di affari, abitati da élite senza una visione di Paese. In altre parole “ai partiti manca la linfa vitale e le liste bloccate non aiutano”. Che fare? Per Toso “solo una democrazia ad alta intensità può rispondere alla dignità della persona”. E ancora: “La democrazia è una sfida per i cittadini ad essere migliori della vita quotidiana e una sfida dell’umano a se stessi”. Nella complessa società attuale, il libro di Toso propone una democrazia ad alta intensità, che include tutti, lotta contro la povertà, e si fa carico dei più fragili, produce nuove logiche relazionali.
È una società dove c’è posto per tutti. L’altro non è un nemico da eliminare con la guerra, ma il fratello e la sorella con cui condividere l’esistenza, I conflitti si superano nella prospettiva di una crescita (Toso è autore anche di libri su democrazia e pace). La democrazia ha bisogno di istituzioni mondiali più efficaci nel promuovere la pace e le politiche ambientali. All’Onu vanno tolti i veti. Le 268 pagine del libro di Toso aiutano i cattolici italiani a Trieste e nel dopo Trieste, ripercorrendo l’abbraccio fra Chiesa e democrazia, da Leone XIII a papa Francesco.


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