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San Giovanni Bosco - .
Il 31 gennaio si festeggia san Giovanni Bosco che morì, o meglio “nacque al cielo” come dicono tanti suoi biografi, l’ultimo giorno del primo mese del 1888, a 73 anni. Una data, quella della sua scomparsa, che almeno per quanto riguarda l’anno il santo dei giovani avrebbe scoperto durante un sogno, nel segno del rapporto diretto con il cielo che contrassegnò tutta la sua esistenza, tanto che qualcuno disse che in lui il soprannaturale era naturale. Dunque, si racconta che nel 1883 don Bosco vide in sogno un calendario con segnato l'anno 1888 e che lui l’avrebbe interpretato come l’indicazione dell’anno della sua morte. Ma al di là delle profezie la festa liturgica di don Bosco può essere l’occasione per riflettere su alcuni aspetti della sua straordinaria grandezza spirituale e della straordinaria attenzione per i ragazzi, riassumibile nella celebre frase: "basta che siate giovani perché io vi ami assai”. E a concretizzare questa promessa, ispirò tutta la sua esistenza alla formazione degli adulti di domani per renderli onesti cittadini e buoni cristiani cioè facendoli innamorare di Gesù. Una prospettiva che è alla base del suo sistema educativo, basato su tre concetti: ragione, religione, amorevolezza. Più nel dettaglio, ragione esprime un atto di fiducia nei confronti dell’uomo, vuol dire credere nella sua capacità di decidere liberamente e di imparare.
Quanto alla religione, secondo il santo dei giovani è importante perché orienta l’uomo a Dio rendendolo capace di amare. E questa scuola deve passare dalla testimonianza. Diceva infatti don Bosco: «mai obbligare i giovani alla frequenza dei Sacramenti, ma incoraggiarli e facilitarli nell'approccio a Gesù, facendo notare la bellezza e la santità di quella religione che propone mezzi così semplici per costruire una società civile». Infine, l’amorevolezza., cioè “non basta amare i giovani, occorre che loro si accorgano di essere amati”. Detto in altro modo, gli educatori devono essere vicini ai ragazzi, dimostrare loro affetto sincero e creare un ambiente familiare basato sulla fiducia e sull’accoglienza. La relazione educativa si basa sull’amore e sul rispetto reciproco.
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Pane e salame era la semplice merenda offerta da don Bosco - ICP
La merenda e la buona notte di don Bosco
Naturalmente, il 31 gennaio viene vissuto dall’intera Famiglia Salesiana nel segno delle preghiere e dell’allegria. Inoltre, al pomeriggio, in tutte le case e le opere ispirate al santo non mancano pane e salame, memoria della merenda che don Bosco offriva ai ragazzi dell’oratorio. Un cibo in apparenza “da poco” che però basta a spiegare la bellezza dello stare insieme, la gioia della condivisione, il piacere che deriva dal gustare i sapori più semplici. In più don Bosco sapeva che molti dei suoi ragazzi erano poveri e spesso arrivavano all'oratorio affamati e deboli. Per questo offriva qualcosa da mangiare, dove più che il cibo contava l’atmosfera di famiglia, amicizia e gioia che accompagnava quei momenti. Fare merenda insieme significava, e vuol dire ancora, far parte di una famiglia umana e spirituale presente in tutto il mondo, che fa dell’allegria una via per la santità, secondo un’altra espressione tipica di don Bosco: «Noi facciamo consistere la santità nello stare molto allegri». Atteggiamento gioioso che però non andava a discapito della profondità spirituale. Per capirlo basta ripercorrere alcune delle meditazioni che accompagnavano le celebri “Buona notte”.
Ogni sera infatti don Bosco radunava i ragazzi dell'oratorio e regalava loro un breve pensiero, un consiglio pratico o una riflessione spirituale. Celebre la buona notte del 9 giugno 1868 dopo la consacrazione della Basilica di Santa Maria Ausiliatrice a Torino. Quella sera don Bosco disse: «Ragazzi miei, oggi abbiamo vissuto un giorno che resterà scritto in cielo! Maria Ausiliatrice si è mostrata ancora una volta Madre e Protettrice di questa casa e di tutta la nostra opera. Quante grazie, quanti miracoli, quante preghiere esaudite! E tutto perché ci siamo affidati a Lei con fede sincera». Poi aggiunse: «Voglio lasciarvi un consiglio: se avete qualche grazia da chiedere, qualche difficoltà nel cuore, ricorrete a Maria. Dite con fiducia: Maria Ausiliatrice, aiutatemi! E vi assicuro che non rimarrete delusi». Infine concluse: «Coraggio, ragazzi miei! Con Maria al nostro fianco, non dobbiamo temere nulla. Buona notte e che la Madonna vi benedica!». Da questo breve testo si capisce quale doveva essere lo stile della Buona notte, vale a dire: breve e semplice, educativa, coinvolgente, affettuosa e spirituale.