Benedetto XVI ha nominato nunzio apostolico in Israele e delegato Apostolico in Gerusalemme e Palestina l'arcivescovo Giuseppe Lazzarotto, finora nunzio apostolico in Australia. Sostituisce monsignor Antonio Franco, che lascia per aver superato i limiti di età. «È una sfida che accetto con gioia, perché penso che sia importante continuare il lavoro che in questi ultimi anni è stato svolto con grande impegno, con grande generosità dai miei predecessori. Io mi metterò sulla scia del loro lavoro e continuerò ad offrire il mio pieno contributo per il dialogo e per la pace». Così monsignor Lazzarotto ha commentato alla Radio Vaticana la sua nomina Lazzarotto, 70 anni, nato a Carpanè di San Nazario (provincia di Vicenza, ma diocesi di Padova), finora nunzio in Australia (in precedenza lo era stato in Giordania e in Iraq e in Irlanda), dice di aver accolto la nomina «con grande emozione e, naturalmente, con un senso profondo di gratitudine al Santo Padre per la fiducia che mi ha accordato. Per me ritornare a Gerusalemme - spiega - è proprio un ritornare a casa, nel senso che alcuni anni fa (dal 1982 all'84, ndr) ho avuto questo grande onore di prestare il mio servizio in Terra Santa, ma allora non ero nunzio. Adesso ci ritorno con la responsabilità piena di rappresentante del Santo Padre. Sono cosciente che si tratta di una sfida importante».A proposito della situazione in Medio Oriente, il nunzio dice che «la speranza è che prevalga sempre questo senso profondo di consapevolezza che solo attraverso il dialogo, il camminare insieme, si possono trovare le soluzioni giuste e più adeguate per venire incontro a quelle che sono le aspirazioni - son sicuro - di tantissime persone, della grandissima maggioranza». «Sono tanti gli uomini e le donne di buona volontà che vivono in Terra Santa - osserva Lazzarotto - e che si sforzano quotidianamente, un passo dopo l'altro, perché questa via verso la pace sia finalmente aperta a tutti. Questo è il mio grande desiderio, la mia aspirazione e la mia speranza».L'arcivescovo riserva poi un pensiero particolare alla comunità cristiana di Terra Santa, i cui membri «vivono quotidianamente il loro impegno, la loro testimonianza di fede, ma una testimonianza fattiva, attraverso questo impegno quotidiano, attraverso i piccoli gesti di fraternità, i piccoli gesti d'intesa, di dialogo, di amicizia». E anche guardando alla situazione in Siria, la comunità cristiana «è un ponte di dialogo molto importante in quella terra». «Come rappresentante pontificio - conclude monsignor Lazzarotto - sarà mio impegno precipuo, interpretare, come rappresentante del Santo Padre, questo impegno, per aiutare tutti quanti a portarlo avanti e svilupparlo».