Prima che iniziasse il concerto che il presidente della Repubblica
Giorgio Napolitano ha per tradizione offerto in Sala Nervi a
Benedetto XVI in occasione dell'anniversario dell'elezione, capo di Stato e pontefice si sono incontrati per un colloquio. Nel corso di questo, ha riferito padre Federico Lombardi, direttore della sala stampa vaticana, "è stata espressa la comune preoccupazione per la pace, anche con riferimento alla situazione in Medio Oriente. "Per parte sua - ha proseguito Lombardi - il papa Benedetto XVI ha espresso al presidente la sua personale gratitudine per il gesto compiuto con l'offerta del meraviglioso concerto; ha tenuto a manifestare ancora una volta il suo affetto per l'Italia e la sua vicinanza a tutti gli italiani, assicurando la sua preghiera in questo momento arduo e impegnativo per il Paese". Padre Lombardi ha anche riferito che il "cordiale colloquio" è durato venti minuti.Al termine del concerto, diretto da Riccardo Muti, il Papa, esprimendo un "sincero ringraziamento" al presidente Napolitano per le "cordiali parole", per i "doni di un violino e di una pregevole partitura e per questo concerto di musica sacra", ha sottolineato come siano tutti "segni che manifestano, ancora una volta, il legame tra il Successore di Pietro e questa cara Nazione".Da parte sua Napolitano aveva salutato il Papa con queste parole: "Questi concerti, la forma d'arte a Lei più cara, che abbiamo prescelto per il nostro omaggio, hanno scandito un sempre più intenso flusso di pensieri, di sentimenti e di propositi tra le istituzioni rappresentative della nazione italiana e la Santa Sede". "Oggi possiamo misurare - ha sottolineato il Capo dello Stato - la profonda condivisione di ansie e di intenti che si è venuta stabilendo tra sfere pur così distinte, e incomparabili, di responsabilità. Ansie per i travagli di un mondo che ha presentato e presenta - vi si guardi da un osservatorio nazionale ed europeo o dall'osservatorio per sua natura universale della Cattedra di Pietro - correnti di progresso e di speranza, e insieme, persistenze di antichi flagelli e pesanti regressioni: questo anche nella regione del Medio Oriente. Ci allarma, ovunque si manifesti, il segno della ricaduta nel peggiore passato che viene dalle persecuzioni contro le comunità cristiane"."Ma non lievi - ha aggiunto Napolitano - sono le ansie che condividiamo anche per le sorti del nostro continente, per la crisi che ha colpito paesi già di più avanzato sviluppo economico e di più diffuso benessere materiale. E in questa difficile fase molto ci conforta, Santità, la Sua sensibilità e attenzione per la causa dell'unità europea, così come per la dimensione etica e culturale di una crisi che va superata guardando a nuovi parametri di benessere sociale e civile da perseguire"."Sentiamo in particolare - ha quindi detto il capo dello Stato al Pontefice - la Sua sollecitudine, Santità, per le sorti dell'Italia, con fiducia nelle tante energie positive presenti nella nostra società e quindi nella prospettiva di una rinnovata unità e coesione della nostra nazione".