martedì 14 agosto 2012
​Il monito del cardinale di Napoli, nell'omelia della Messa alla vigilia della solennità dell'Assunta, sui mali che continuano ad affliggere la Campania. E quello del cardinale di Torino, sul futuro lavorativo della città sempre più incerto.
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"Contro gli scempi consumati quotidianamente, troppo spesso per scelta e per dolo, dobbiamo far sentire la nostra voce di condanna, in maniera forte e ferma, perché non ci può essere indulgenza nei confronti di coloro che, per biechi interessi, non esitano a bruciare rifiuti tossici e boschi, determinando squilibrio e inquinamento ambientale che è gravemente nocivo per la salute di tutti".È il monito del cardinale di Napoli, Crescenzio Sepe. Alla vigilia della solennità dell'Assunta, nell'omelia della concelebrazione al Duomo di Napoli, il cardinale ha sottolineato che "tali atti, scellerati e delinquenziali vanno condannati e combattuti con fermezza, cari sacerdoti, richiamando comunque la responsabilità di ciascuno e ricordando che la difesa del creato è difesa della vita che ci viene da Dio, per cui coloro che si macchiano di colpe così devastanti non solo incorrono in un reato, ma commettono un peccato grave, come opportunamente ebbe modo di evidenziare, già lo scorso anno, la Conferenza Episcopale della Campania".L'appello è "a denunciare, contrastare e lottare contro soprusi e prepotenze, negligenze e delitti che, come in questi giorni, la mano dell'uomo mette in atto contro la natura, contro l'ambiente e contro il Creato". "Usciamo dalle sacrestie, dunque, e andiamo, come ci insegna Maria, là dove la nostra gente vive, restando gravemente vittima e sofferente per l'egoismo e la violenza di una minoranza malavitosa, oltre che per la mancanza di lavoro o perché non riesce a realizzare la giusta aspirazione ad una vita dignitosa, responsabile, serena e appagante", ha concluso.NOSIGLIA: TORINO RISCHIA IL DECLINO INDUSTRIALE"Se non si inverte l'attuale fase negativa, Torino corre il rischio di un declino che avrebbe conseguenti molto pesanti per tutta la popolazione nei prossimi anni". È il monito dell'arcivescovo di Torino Cesare Nosiglia, all'omelia della Messa dell'Assunta celebrata oggi pomeriggio nel santuario della Consolata di Torino. L'arcivescovo ha rinnovato l'appello alle "istituzioni nazionali e locali, ma anche alle componenti produttive del territorio, alle proprietà ed azionisti delle imprese, al credito e ai mass-media, affinché - ha detto - ciascuno faccia la sua parte, assumendosi con il massimo impegno le proprie responsabilità". Per monsignor Nosiglia "è urgente promuovere vie di confronto e di collaborazione, così da superare anche i contrasti che si innestano nella stessa vita delle imprese e dei lavoratori, con tensioni e polemiche, che impediscono di valorizzare tutte le forze in campo, proprio in un momento in cui occorre serrare le fila, per attivare nuove sinergie, su obiettivo comuni".
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