mercoledì 22 marzo 2017
Sabato 25 marzo in una chiesa di Portopalo una serata di catechesi in musica sui testi delle canzoni di Sanremo tenuta dal vescovo di Noto monsignor Staglianò.
Il vescovo Antonio Staglianò

Il vescovo Antonio Staglianò

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I giovani della zona sud della Sicilia - e soprattutto della diocesi di Noto - si preparano all'appuntamento in programma sabato 25 marzo nella chiesa di Santa Maria Eleusa, a Portopalo, a partire dalle 20.30. L’iniziativa prende il nome di «Pop Theology, cantando la Buona Novella»; un momento di riflessione organizzato dall’èquipe di pastorale giovanile diretta da don Rosario Sultana, assieme al vescovo, monsignor Antonio Staglianò. Sarà proprio don Tonino a tenere una “catechesi in musica”, un modo nuovo di evangelizzare attraverso alcuni brani di musica pop, con un linguaggio più vicino alle nuove generazioni.

“Servendomi di un nuovo registro comunicativo immediato e popolare (da qui l’espressione Pop Theology) - spiega monsignor Staglianò - smarcandomi da un certo “cattolicesimo convenzionale”, in cui la Chiesa stessa rimane spesso intrappolata, intendo veicolare il messaggio di Cristo mediante la musica, il cui linguaggio universale è accessibile a tutti e si avvicina alla sensibilità dell’uomo contemporaneo con le sue istanze e i suoi interrogativi di senso". Poi aggiunge: “Ma il vescovo Staglianò non è un cantante che si esibisce, ma un predicatore che, anche attraverso i testi della musica leggera, vuole annunciare il Vangelo che ama”.

Mons. Staglianò ha seguito attentamente l’ultimo Festival di Sanremo, ascoltando tutte le canzoni, studiandone i testi per veicolare in modo contemporaneo il Vangelo utilizzando proprio le parole più incisive della rassegna canora più importante della canzone italiana.

E se nessun posto è casa mia, l'amore rende tutto pazzesco e perfetto, l’amore trasforma i tuoi silenzi in casa mia citando Chiara: “Nessun posto è casa mia. Sarà l'amore platonico? Sarà l’amore puro? Sarà l'amore che ho dentro o qualcosa che viene dall'alto? Comunque sarà, sarà amore corporeo (poiché l'amore platonico non c’è nemmeno nei libri di Platone), l’amore che si vive nel dramma della carne degli umani che soffrono e sperano nel coraggio di altri esseri umani che imparino l’arte di amare e comincino ad amare ora davvero”.

C’è spazio anche per il vincitore, Francesco Gabbani, dal quale Staglianò in passato si è lasciato ispirare con “Amen” e di cui oggi cita “Occidentali's Karma”. Dagli occhi dei sofferenti scaturisce l'interrogativo inquietante: sei un essere umano, o una “scimmia nuda che balla” tu? Conosci l’amore? O ti metti “in salvo dall'odore dei tuoi simili” e vai a lezioni di Nirvana?.

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