lunedì 27 aprile 2015
Messa in San Pietro, ​in occasione del primo anniversario della Canonizzazione di Karol Wojtyla, celebrata dal cardinale Sodano. L'omelia del cardinale Dziwisz. Attesa per la Gmg a Cracovia.
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Giovanni Paolo II continua ad accompagnarci “nelle vie della fede, della speranza e della carità”. È uno dei passaggi dell’omelia pronunciata dal cardinale Stanislao Dziwisz nella Messa in San Pietro, celebrata stamani, in occasione del primo anniversario della Canonizzazione di Karol Wojtyla. Alla Messa, presieduta dal cardinale Angelo Sodano, ha preso parte una folta delegazione di fedeli da Cracovia, diocesi natale del Papa santo. Canti in polacco alternati a canti in latino, i fedeli della “sua” Cracovia in preghiera a pochi passi dalla sua tomba. L’emozione dei celebranti, già collaboratori del Papa “venuto da lontano” ma ormai “sempre vicino” al cuore della Chiesa. Così, nella Basilica di San Pietro si è vissuto un intenso momento di gioia e gratitudine per il dono della Canonizzazione di Karol Wojtyla a un anno dalla memorabile “Giornata dei 4 Papi”: Francesco e Benedetto sul sagrato, Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II sugli altari.

  Wojtyla, uomo di preghiera e azione Nell’omelia, il segretario di una vita di Giovanni Paolo II, il cardinale Stanislao Dziwisz ha messo l’accento sull’insegnamento più grande che ci ha lasciato Papa Wojtyla, attinto dal Concilio Vaticano II: “La santità non è un privilegio solo di pochi”, ma è “la vocazione universale del Popolo di Dio”. Per l’attuale arcivescovo di Cracovia, Giovanni Paolo II fu “uomo di preghiera, di contemplazione e di azione”, un “mistico del servizio” innamorato di Gesù Cristo e questo amore “ha preso forma di un instancabile servizio alla Chiesa e al mondo”. Il Papa della Divina Misericordia San Giovanni Paolo II, ha proseguito, è il “Papa della Divina Misericordia”, un tratto – ha detto – che lo lega fortemente a Papa Francesco. Per entrambi, ha osservato, al centro della vita della Chiesa di oggi” va posta “la realtà della divina ed umana misericordia”. Papa Wojtyla, ha soggiunto, è stato anche profetico sul matrimonio e la famiglia, sulla dignità della vita umana, “specie quella indifesa”. Mantenere viva l’eredità di Giovanni Paolo II Tuttavia, ha osservato il porporato polacco, “non viviamo solo di ricordi”, ci sono “nuove sfide che toccano la Chiesa”: “Jeżeli chcemy pozostać wierni dziedzictwu św. Jana Pawła II…” “Se vogliamo rimanere fedeli all’eredità di Giovanni Paolo II – ha affermato – dovremmo coraggiosamente camminare per la strada dell’amore di Dio e del prossimo, cioè per la strada della santità. Questo è il compito quotidiano posto davanti a noi”. Ed ha ribadito che “abbiamo in cielo un grande intercessore per le nostre cause personali, familiari e sociali”. Giovanni Paolo II è rimasto “in modo diverso, ma anche più profondo nella vita della Chiesa” e ci “accompagna nelle vie della fede, della speranza e della carità”. Il Papa dei giovani, l’attesa per la Gmg di Cracovia Non poteva poi mancare un riferimento all’amore speciale che Karol Wojtyla aveva per i giovani, le sue “sentinelle del mattino” che fin dall’inizio del Pontificato definì “speranza della Chiesa”. “Come non ringraziare, oggi, in questa Basilica – ha detto il cardinale Dziwisz – il Santo Padre Francesco per la decisione di vivere la prossima Giornata Mondiale della Gioventù con lui, tra un anno, a Cracovia?”. “Spalanchiamo le porte della Patria di Giovanni Paolo II – ha esortato – Apriamo le porte al Pietro dei nostri tempi e alle folle dei giovani cristiani. Vogliamo condividere la nostra fede e vogliamo imparare da loro l’entusiasmo della fede”.(Alessandro Gisotti, Radio Vaticana)

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