Una vita a servizio dei preti, per essere loro accanto anche nella vecchiaia, per coltivare i germi di vocazione nei giovani, per sostenere con la preghiera e con gesti concreti la santità sacerdotale. Madre Maria Teresa Casini, «ancella » dei sacerdoti, sarà proclamata beata oggi a Frascati, nella città in cui la fondatrice delle Suore Oblate del Sacro Cuore di Gesù è nata nel 1864. Il rito si svolgerà alle 11 nella piazza di fronte alla Cattedrale e sarà presieduto dal cardinale Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle cause dei santi. «Per la diocesi la beatificazione è motivo di grande gioia ma anche di grande responsabilità in quanto dobbiamo fare nostri gli ideali della madre secondo la modalità che Dio propone a ciascuno», spiega il vescovo di Frascati, Raffaello Martinelli. E ne indica alcuni. «Siamo chiamati a vivere con generosità la vocazione alla santità che abbiamo ricevuto nel Battesimo, amando Dio sopra ogni cosa e con tutto il cuore e testimoniandolo nella carità e nel servizio verso il con prossimo. Poi dobbiamo promuovere le vocazioni sacerdotali, prima di tutto con la preghiera e con una vita santa. La sfida è dunque operare con fiducia e speranza tra i giovani accompagnandoli nella ricerca della volontà di Dio e “trascinandoli” con l’esempio. Inoltre, fedeli allo spirito di Teresa Casini, siamo invitati a pregare ogni giorno per i sacerdoti e per l’efficacia del loro apostolato». Papa Francesco parla di Chiesa «ospedale da campo». La nuova beata, che dopo aver trascorso vari anni nella terra tuscolana è morta a Grottaferrata nel 1937, ha dato vita a una sorta di “pronto soccorso dei sacerdoti”. «In vista dell’Anno Santo della misericordia – afferma Martinelli – possiamo riscoprire nel Cuore di Cristo il luogo infinito di cura e soccorso. Solo il mistero del grande amore del Cuore di Gesù può spiegare il rivolgersi con misericordia verso le piaghe di un’umanità ferita, compresa l’umanità dei sacerdoti. Così ha fatto madre Casini: con l’offerta della sua vita e con le opere, si è posta all’umile servizio di questo Cuore misericordioso facendo suoi i dolori, riparando e amando.Qui possiamo vedere l’attualità del suo carisma e la sintonia con il magistero di Francesco: non giudicare colui che sbaglia per la fragilità, ma offrirsi per lui, in unione all’offerta di Gesù, perché siano risanate quelle ferite causate dal peccato». La religiosa considerava una “spina” nel Cuore di Cristo i tradimenti dei sacerdoti. «Sappiamo quanto la Chiesa, anche negli anni addietro, ha riproposto all’attenzione del popolo di Dio il bisogno della santità sacerdotale: basti citare l’Anno sacerdotale (2010-2011) voluto da Benedetto XVI – osserva il presule –. Madre Teresa Casini ha compreso profeticamente questo bisogno quando lo stesso Cuore ferito di Gesù le ha fatto comprendere la causa di quella spina. “Il sacerdote è come il canale per cui passano le Grazie alle anime; le sue infedeltà mi trafiggono in modo particolare, perché si riverberano sopra le anime”. Perciò madre Casini sente il bisogno di pregare e operare perché i sacerdoti siano santi: per far santa tutta la Chiesa. Questa sua spiritualità può proporre un modo diverso di considerare e stare accanto ai sacerdoti: innanzitutto con l’offerta della propria vita e della preghiera a sostegno dei sacerdoti; ma anche facendo proprie le loro difficoltà, le loro solitudini, i loro limiti, persino caratteriali, con la comprensione di chi sa aiutarli a riscoprire in modo sempre nuovo la propria identità e dignità». La madre, anche con l’esperienza dell’istituto “Piccoli Amici di Gesù”, si è impegnata nell’educazione dei ragazzi favorendo i primi “segni” di vocazione sacerdotale. «La beata insegna che dobbiamo cominciare dai piccoli. Una solida formazione umana e cristiana a partire dalla fanciullezza stabilisce le basi per una più profonda sensibilità alla chiamata». Quando era ragazza, Teresa Casini si sentiva a disagio nella “società bene” da cui proveniva. E il suo cammino di consacrata è stato segnato anche dalla miseria. «La religiosa – conclude Martinelli – ha vissuto una povertà materiale, soprattutto agli inizi. Una povertà però ricca di fede e fiducia in Dio che non avrebbe fatto mancare il necessario. Tutto ciò ci esorta a vivere con uno stile di libertà, di generosità, di semplicità, di fiducia nella Provvidenza, di disponibilità accogliente».