Papa Francesco è vicino ai militari italiani impegnati nella missione Unifil al confine tra Libano e Israele. A loro, infatti, il Papa ha indirizzato un telegramma, esortando all' "impegno comune di istituzioni
civili, militari e religiose per il dialogo e la fratellanza tra
i popoli". Lo riferisce l'ordinario militare, monsignor Santo
Marcianò, che oggi celebrerà la Messa per la pace proprio con
i militari italiani in Libano, impegnati nella missione sotto
l'egida dell'Onu, nel giorno dell'Epifania.
"Se i focolai di quella che il Papa ha più volte definito una
'terza guerra Mondiale combattuta a pezzi' ci preoccupano tutti
- spiega Marcianò -, in modo particolare desta
preoccupazione l'aerea del Medio Oriente, per la forza e la
diffusione dei conflitti in atto e, soprattutto, per il
paradossale coinvolgimento della dimensione religiosa". "La
Chiesa - aggiunge Marcianò - deve sostenere con
convinzione il lavoro di "compassione" portato avanti dai
militari e deve riconoscerne l'importanza per la promozione e il
mantenimento della pace, alla cui diffusione essa lavora
incessantemente".
"La mia presenza in Libano - conclude l'ordinario militare -
è il segno di tale convinto sostegno nonché della profonda
gratitudine verso i militari italiani, i quali, assieme ai loro
colleghi di altre nazionalità, portano avanti la missione loro
affidata con una dedizione e spirito di sacrificio che vanno ben
oltre il senso del dovere; essi rispecchiano il volto
dell'Italia bella evocato anche dal Presidente della Repubblica
nel Messaggio di fine anno".