"Se mi uccidono, resusciterò nel popolo. Inediti 1977-1980": è questo il titolo del libro che l'editrice Emi (www.emi.it) manderà in libreria dal 25 marzo in occasione della beatificazione dell'arcivescovo di San Salvador ucciso nel 1980. Il volume, curato dall'allora segretario personale di mons. Romero, monsignor Jesùs Delgado, traspare la statura umana, cristiana e sacerdotale di Romero. Ne pubblichiamo qui alcune, su gentile concessione dell'editrice Emi (ordini@emi.it). Altre sono pubblicate su Avvenire del 4 febbraio.
“Il ministero che la Provvidenza ha voluto che esercitassi si svolge in momenti difficilissimi per questa patria e per la Chiesa locale. Ci hanno assassinato due sacerdoti, ne hanno sequestrati altri (sebbene siamo riusciti a farli rilasciare). Molti stranieri espulsi e alcuni connazionali che non hanno più potuto vivere insieme a noi e hanno dovuto andarsene a causa delle minacce. Anche tra il popolo in generale la situazione è stata segnata da sequestri, assassinii, molti desaparecidos, ecc. In questo quadro mi è toccato di agire con la parola di Dio.
All’interno di questa tragedia, la presenza di Dio è stata meravigliosa. Infatti per quanto riguarda me, personalmente, ho ricevuto l’appoggio dei miei sacerdoti, dei laici che collaborano nella pastorale, di religiosi e religiose e, infine, di tutto il Popolo di Dio. Abbiamo sempre voluto ascoltare e certamente in ciò si è manifestato lo Spirito Santo.
Le persecuzioni della Chiesa primitiva, quelle delle missioni, ecc., fino a un certo punto parevano cose passate e storiche, ma qui abbiamo dovuto vivere quella storia in tutta la sua crudezza.
Certamente posso dirle che nella mia coscienza non c’è nulla che mi accusi di aver parlato o agito per mia personale volontà o capriccio, per pressioni o per viltà. No, al contrario, ne abbiamo le prove nella nostra vita: un’immensa quantità di corrispondenza dal più umile contadino a dignitari ecclesiastici. Tutti i mercoledì ho un programma alla radio e abbiamo laprova che il popolo è in ascolto, così come all’omelia domenicale, che anch’essa viene trasmessa” (lettera a Mario P., 1 novembre 1977).
“L’arcidiocesi conta parte del suo presbiterio di questi ultimi anni alla presenza del Padre, mentre il loro sangue, qui sulla terra, continua a irrigare abbondantemente solchi in cui il seme cristiano cresce per trasformarsi in albero robusto di testimonianza evangelica, che confonderà sempre più gli adoratori della forza e del denaro, incapaci di comprendere il linguaggio della Chiesa” (Lettera a Guillermo N., 23 luglio 1979).