"Oggi mi sento di chiedere a voi, miei fratelli, di essere custodi gli uni degli altri, perchè nessuno si senta solo, smarrito". È uno dei passaggi di un'altra lettera del vescovo di Fano ai sacerdoti, ai consacrati e ai diaconi permanenti della diocesi e ai quali il capo della curiafa sapere di attraversare un "momento di intenso e lacerante dolore per la vicenda di don Giangiacomo Ruggeri". "Impariamo anche a custodire i fratelli" è l'esortazione di monsignor Trasarti, secondo il quale "il presbiterio non è semplicemente una realtà formale o liturgica, ma mistero, realtà nella quale Dio ci salva". "Non posso e non voglio anticipare l'accertamento dei fatti e il giudizio - scrive ancora - che spettano qui sulla terra innanzitutto alla magistratura, verso la quale va la nostra piena fiducia. Voglio ancora una volta manifestare la mia piena solidarietà a tutti coloro che soffrono per questa vicenda".Riferendosi in modo chiaro al suo ex portavoce, l'alto prelato dice di non voler "dimenticare il bene compiuto da questo nostro fratello in tanti anni di ministero, nè sottrarci al dovere di portare insieme a lui, in solido, il peso e la sofferenza per quanto accaduto". E poi ammette: "Non possiamo mai dare per scontata la nostra fedeltà: essa nasce come grazia, dono dall'Alto, e tale rimane; una grazia che s'incarna nelle nostre persone". Ma, tornando a riferirsi al mistero del presbiterio, Trasarti dice che da questa considerazione "deriva uno stile di vita, un impegno di relazione, e perchè no, di custodia reciproca".
"Sono io, non abbiate paura". Così il vescovo della diocesi di Fano, Fossombrone, Cagli e Pergola, monsignor Armando Trasarti, in un messaggio ai fedeli ad una settimana dall'arresto del suo ex portavoce, in carcere con l'accusa di abusi ai danni di una minorenne.
"Oggi mi sento di chiedere a voi, miei fratelli, di essere custodi gli uni degli altri, perchè nessuno si senta solo, smarrito". È uno dei passaggi di un'altra lettera del vescovo di Fano ai sacerdoti, ai consacrati e ai diaconi permanenti della diocesi e ai quali il capo della curiafa sapere di attraversare un "momento di intenso e lacerante dolore per la vicenda di don Giangiacomo Ruggeri". "Impariamo anche a custodire i fratelli" è l'esortazione di monsignor Trasarti, secondo il quale "il presbiterio non è semplicemente una realtà formale o liturgica, ma mistero, realtà nella quale Dio ci salva". "Non posso e non voglio anticipare l'accertamento dei fatti e il giudizio - scrive ancora - che spettano qui sulla terra innanzitutto alla magistratura, verso la quale va la nostra piena fiducia. Voglio ancora una volta manifestare la mia piena solidarietà a tutti coloro che soffrono per questa vicenda".Riferendosi in modo chiaro al suo ex portavoce, l'alto prelato dice di non voler "dimenticare il bene compiuto da questo nostro fratello in tanti anni di ministero, nè sottrarci al dovere di portare insieme a lui, in solido, il peso e la sofferenza per quanto accaduto". E poi ammette: "Non possiamo mai dare per scontata la nostra fedeltà: essa nasce come grazia, dono dall'Alto, e tale rimane; una grazia che s'incarna nelle nostre persone". Ma, tornando a riferirsi al mistero del presbiterio, Trasarti dice che da questa considerazione "deriva uno stile di vita, un impegno di relazione, e perchè no, di custodia reciproca".
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