Il porto vecchio di Marsiglia, la città che ha ospitato gli "Incontri del Mediterraneo" - Gambassi
«Risalperemo presto». Luca Casarini annuncia da Marsiglia che la nave “Mare Jonio” di Mediterranea Saving Humans tornerà a solcare il mare per soccorrere «i fratelli e le sorelle che sfidano le onde», come li definisce. Era stata bloccata perché ritenuta non idonea ai nuovi criteri stabiliti dall’Italia. Il volto “simbolo” della ong, invitato da papa Francesco al Sinodo dei vescovi di ottobre, si sente chiamato in causa dal monito del Pontefice.
Luca Casarini e il suo impegno nei soccorsi civili dei migranti con Mediterranea Saving Humans - Ansa
Di fronte al monumento dei caduti nel Mediterraneo, Francesco ha ringraziato le organizzazioni che «vanno in mare per salvare i migranti» ma ha puntato il dito verso quelli che «tante volte lo impediscono perché alla nave manca qualcosa…». E la strigliata: «Sono gesti di odio». Alla fine della preghiera il Papa è stato abbracciato da Casarini che si è inginocchiato ai piedi della sua carrozzina. Perché lo storico leader del movimento “no global” è nella città francese per gli “Incontri del Mediterraneo” che hanno riunito centrotrenta fra vescovi e giovani per immaginare un “mare” della fraternità, mosaico di speranza. A volerlo qui il cardinale Jean-Marc Aveline che ha chiesto fossero presenti numerose sigle impegnate ad aiutare chi fugge da guerre, povertà, persecuzioni. Come Sos Méditerranée, cui il porporato ha affidato la stesura di un libro bianco sulle rotte “assassine” che portano in Europa. Una scelta legata anche alla Giornata mondiale del migrante e del rifugiato che si celebra oggi.
Un medico di Medici senza frontiere impegnato con Sos Méditerranée - Msf
«Vanno riviste le scellerate politiche europee che, invece di fermare i migranti com’è negli intenti di chi le concepisce, hanno aumentato i flussi. E hanno esposto a sempre maggiori rischi quanti desiderano arrivare fra noi», spiega Patrizia Giangrande, coordinatrice medica di Medici senza frontiere in Francia, alla guida della delegazione intervenuta alla chiusura dell’incontro con il Papa. «La militarizzazione e l’esternalizzazione delle frontiere sono operazioni inefficaci e per di più costose: mi riferisco agli accordi in particolare con la sponda nordafricana ma anche a quello fra Francia e Gran Bretagna per impedire gli spostamenti lungo la Manica – denuncia –. Se non si assicurano vie sicure e legali per avere una protezione internazionale, come ha chiesto il Papa, è giocoforza che si favoriscano i trafficanti di esseri umani. E non possiamo dimenticare le torture e le violenze che i migranti subiscono, come accade in Libia».
Don Mattia Ferrari, cappellano di Mediterranea Saving Humans, legge una preghiera davanti al Papa a Marsiglia - Twitter-Don Mattia Ferrari
Lo racconta anche la foto che don Mattia Ferrari, cappellano di Mediterranea, ha fatto arrivare al Papa. «È di Mujahid, morto a 21 anni in Libia. Voleva raggiungere l’Italia. È stato catturato dalla guardia costiera libica poco dopo la partenza e internato in un lager. Le torture lo hanno ridotto in fin di vita». La sua ultima immagine è arrivata all’ong dagli “amici invisibili”. Una storia che il sacerdote emiliano ha ripercorso durante gli Incontri del Mediterraneo dove è stato uno dei relatori nelle sessioni per i giovani. «C’è bisogno di condividere i dolori ma anche i semi di speranza – afferma don Mattia –. Uniti nel nome della dignità umana: credenti e non credenti. Come testimonia Mediterranea, associazione laica che la Chiesa sostiene». Sostegno dato sia dai vescovi che dal Papa, che più volte ha ricevuto equipaggi e profughi.
Don Mattia Ferrari e Luca Casarini, "voci" di Mediterranea Saving Humans, a Marsiglia per gli "Incontri del Mediterraneo" - Twitter-Luca Casarini
«Perché siamo mossi a fare tutto questo, talvolta sfidando leggi ingiuste? Dietro la nostra pratica c’è il paradigma di un amore materno, l’amore di una madre per il figlio. Noi soccorriamo i migranti in mare, loro ci salvano: la chiamerei una teologia del mare», dice Luca Casarini. C’è chi si domanda se a 56 anni sia un “convertito” dopo il profondo legame che ha instaurato con Francesco e vari vescovi, frutto delle operazioni fra le onde. «Ditelo pure. Nel mio bagaglio ho il G8 di Genova o dodici anni in una casa occupata – afferma –. Ho commesso errori, non ho mai smesso di pregare. Soprattutto quando sei in mare in mezzo a una tempesta, ti affidi a Dio. E quando salvi un migrante che sta per annegare, tocchi con mano come la morte sia già stata vinta». Dal 2018 la ong ha strappato al mare 2mila migranti. «Dovremmo gioire che in 100mila sono giunti vivi a Lampedusa. Invece certi politici soffiano sulle paure e alimentano la menzogna dell’invasione, ha ricordato il Papa. Prima provavo odio per loro; ora solo pietà: per di più dicono di difendere Dio».