Papa Francesco in un momento di raccoglimento a Marsiglia, davanti al memoriale che ricorda i marinai e i migranti morti in mare - Ansa/Reuters
Il Mediterraneo, questo splendido mare è «un enorme cimitero dove molti fratelli e sorelle sono privati persino del diritto di avere una tomba», così «a venire seppellita è solo la dignità umana». E di fronte a questa «tragedia dei naufragi» a questi «drammi dei naufragi dovuti a traffici odiosi e al fanatismo dell’indifferenza», siamo tutti davanti «ad un bivio di civiltà»: tra «la fraternità che feconda di bene la comunità umana» e, appunto, «l’indifferenza, che insanguina il Mediterraneo». Perciò «le persone che rischiano di annegare quando vengono abbandonate sulle onde devono essere soccorse». E questo «è un dovere di umanità, è un dovere di civiltà!».
Papa Francesco usa termini forti. Inequivocabili. Anche quando a braccio ringrazia le organizzazioni che «vanno in mare per salvare i migranti», e punta il dito su quelli che «tante volte lo impediscono perché alla nave manca qualcosa…». A loro rivolge parole particolarmente dure: «Sono gesti di odio contro i fratelli, travestiti da equilibrio». E poi, sempre a braccio, denuncia che «tante volte quando mandano via» i migranti «è per essere imprigionati e torturati».
Papa Francesco parla davanti al Memoriale dedicato ai marinai e ai migranti dispersi in mare. Siamo a Marsiglia, a pochi passi dal Santuario della Madonna della Guardia, “Notre Dame de la Garde” in francese. Con lui ci sono i leader religiosi di questa città francese che il Pontefice sul volo che lo ha portato qui ha definito «porta e finestra sul Mediterraneo».
Già sull’aereo ITA Airways decollato da Fiumicino poco prima delle 14, salutando i giornalisti che lo accompagnano, commenta la situazione che sta portando a numerosi sbarchi di migranti a Lampedusa e in altre zone di approdo. E’ «una crudeltà, una terribile mancanza di umanità», afferma. «Li tengono nei lager libici e poi li buttano a mare», aggiunge guardando la foto di una mamma migrante con il figlio. E poi confida: a Marsiglia «spero di avere il coraggio di dire tutto quello che voglio dire».
Francesco è venuto per chiudere le Rencontres Méditerranéennes, un evento promosso dal cardinale Jean-Marc Aveline sulla scia degli incontri sul “Mediterraneo frontiera di pace” tenutisi a Bari nel 2020 e a Firenze nel 2022, su iniziativa della Conferenza episcopale italiana. All’aeroporto di Marsiglia ad accoglierlo è arrivata la prima ministro Elisabeth Borne. Domani è previsto l’incontro con il presidente Emmanuel Macron.
Il primo appuntamento è nella Basilica che domina dall’alto la città per l’incontro con il clero diocesano. Il Papa invita la Chiesa di Marsiglia ad aprire le porte e il cuore a chi ha bisogno. «Siamo tenuti ad abbassarci, a provare compassione», esorta. «Apriamo – aggiunge – le porte delle chiese e delle canoniche, ma soprattutto quelle del cuore, per mostrare attraverso la nostra mitezza, gentilezza e accoglienza il volto del nostro Signore. Chiunque vi avvicini non trovi distanze e giudizi, trovi la testimonianza di un'umile gioia, più fruttuosa di ogni capacità ostentata. Trovino i feriti della vita un porto sicuro nel vostro sguardo, un incoraggiamento nel vostro abbraccio, una carezza nelle vostre mani, capaci di asciugare lacrime. Pur nelle tante occupazioni di ogni giorno, non lasciate, per favore, che venga meno il calore dello sguardo paterno e materno di Dio».
Poi il momento di raccoglimento. Sono presenti vari esponenti di altre confessioni cristiane, del mondo ebraico e islamico.
Il Papa ribadisce che di fronte al dramma dei naufragi «non servano parole, ma fatti» e, prima ancora, «serve umanità». Punta il dito contro «il disinteresse che condanna a morte con guanti di velluto».
Agli esponenti delle altre religioni ricorda che «alle radici dei tre monoteismi mediterranei c’è l’accoglienza, l’amore per lo straniero in nome di Dio». Riconosce che «spesso non sono facili i rapporti tra i gruppi religiosi, con il tarlo dell’estremismo e la peste ideologica del fondamentalismo che corrodono la vita reale delle comunità».
Esorta chi, in una città multiculturale e caratterizzata da un forte pluralismo religioso, «promuove la fraternità e la convivenza pacifica». «Voi siete la Marsiglia del futuro», dice. «Andate avanti senza scoraggiarvi, - aggiunge - perché questa città sia per la Francia, per l’Europa e per il mondo un mosaico di speranza».
Infine cita, e fa proprie, alcune parole di David Sassoli: «Basta avere paura dei problemi che ci sottopone il Mediterraneo!».
E poi: «Per l’Unione Europea e per tutti noi ne va la nostra sopravvivenza». Un messaggio chiaro a tutte le capitali del Vecchio Continente. E a Bruxelles.