"Il banchetto nuziale" opera di Pieter Bruegel il Vecchio - Dall'archivio di Avvenire
Esce oggi nelle librerie e sulle piattaforme online «50 domande sulla fede», scritto da Riccardo Maccioni, caporedattore di Avvenire. Il volume - edito da Effatà Editrice, pagine 128, euro 14 - cerca di rispondere a quelle domande che, come dice il sottotitolo, «non hai mai osato fare». Per esempio: l'Inferno esiste davvero o è un'invenzione per metterci paura? Chi erano gli evangelisti? Quanto guadagna un prete? Risurrezione dei corpi vuol dire che anche nell'aldilà saremo grassi o esageratamente magri? Tratto dal libro, pubblichiamo l'introduzione.
Il bambino, che sorride con gli occhi per la vittoria della sua squadra, dovrebbe avere più o meno otto anni. Sul treno di ritorno dallo stadio, parla di goal e tifo, poi all’improvviso il dubbio che non ti aspetti: «Papà, cosa vuol dire “gli ultimi saranno i primi”? L’ho sentito a scuola». La risposta arriva un po’ confusa: «È un proverbio, no, lo dice la Bibbia, anzi il Vangelo. Comunque, significa che le persone non vanno giudicate per i soldi o per il loro lavoro. Si è buoni o cattivi a seconda di come ci si comporta». L’idea del libro è nata da quello scambio. E dal modo con cui un amico seleziona le interviste. Per prima cosa scorre le domande, se sono interessanti e “vere” va avanti, altrimenti lascia perdere. Una formula giusta. Perché il segreto per crescere sta proprio lì, nell’interrogare sul serio la realtà, senza limitarsi a osservarla o, peggio, ad assecondarla, sia come sia. Purtroppo, quasi sempre succede il contrario: si dà spazio solo alle frasi ad effetto, a slogan stanchi e ripetitivi di cui spesso si è dimenticato il significato originario. La regola, non scritta, è camminare comunque sul seminato, senza impegnarsi in sentieri poco frequentati, perpetuando all’infinito la formula del «si è fatto e detto sempre così». Siamo in una società che sforna risposte immediate su tutto non perché risolva i problemi ma in virtù della tendenza ad emarginare i dubbi e i dubbiosi, relegati nell’angolo dei noiosi specialisti, se non dei rompiscatole. Succede in tutti i campi, vale a maggior ragione sul terreno della fede. E in un tempo sempre meno religioso, con l’80% dei cattolici che non va più a Messa, questo significa affidare la guida del sentire comune a chi spesso non ne sa niente, o poco di più.
La copertina del libro - Effatà edizioni
Confinata la vita dello spirito a una dimensione privata se non addirittura intimista, ogni argomento collegato sembra privo di valore. Il Papa stesso merita un titolo su giornali e TV solo se parla di pedofilia o in caso di gesti eclatanti a proposito della guerra. Il resto non conta, la preparazione specifica di chi parla di Chiesa è merce rara. Così gli errori si moltiplicano e la confusione cresce. Vaticano e Conferenza episcopale italiana vengono trattati come sinonimi quando sono realtà differenti, si pensa che nessun divorziato possa ricevere la Comunione, concetti come ecumenismo e dogmi vengono usati a sproposito. Inoltre, ad aggiungere problema a problema, chi si pone qualche domanda si vergogna a formularla, scambiando i dubbi per debolezza. Tutti gli altri paiono saperne di più, meglio non fare brutte figure. La verità è ovviamente differente. Per averne conferma basta assistere a un quiz: le domande che riguardano la fede sono poche e quasi sempre “producono” risposte sbagliate. La Confermazione è un sacramento? Boh. Esiste un libro che si chiama Deuteronomio? Chissà. Via via scendendo ad argomenti anche più banali, dallo stipendio dei preti all’identikit dei diaconi. Questo libro vuole rispondere proprio a interrogativi apparentemente banali, se non sciocchi, scoprendo che invece sono i quesiti di sempre, che si pongono tutti. Siamo onesti: chi sa spiegare perché ci si inginocchia in chiesa o cosa significhi Immacolata Concezione? E, ancora, il cristiano può credere nella reincarnazione? Esiste l’Inferno? Chi erano gli evangelisti? Risurrezione dei corpi vuol dire che anche nell’aldilà saremo grassi o esageratamente magri? Quello che avete davanti non è un riassunto del Catechismo anche se di dottrina si parla spesso. Non è neanche un manuale di teologia sebbene qualche teologo qua e là compaia. Possiamo considerarlo un viaggio, laico come l’autore, alla riscoperta della realtà della nostra fede, un patrimonio che spesso diamo per scontato o sentiamo lontanissimo. Conoscerlo meglio può farci recuperare meraviglie di pensiero e umanità che rischiamo di ignorare. E magari aiutarci a superare la paura che sentiamo addosso quando pensiamo a quel che ci attende dopo questa vita. Nel suo testamento don Tonino Bello, il vescovo della “Chiesa con il grembiule”, sapendo di dover morire di lì a poco, “salutava” così: «È il giorno del Signore. Ed è bellissimo».