Ua tenda per far giocare i bambini di tutto al mondo a Lampedusa e l’accoglienza dei migranti vulnerebili del centro in albergo a spese della Caritas italiana. E la disponibilità delle Caritas diocesane per placare l’emergenza sovraffollamento. Sull’onda di Francesco, la Caritas italiana e quella diocesana di Agrigento, presenti sull’isola per una due giorni già programmata con le Caritas siciliane e la Fondazione Migrantes alla presenza del cardinale di Palermo Paolo Romeo, hanno annunciato ieri che sono pronti a far partire uno dei segni voluti direttamente dal Papa per i profughi più piccoli. La tenda consentirà ai 166 minori, 41 dei quali non accompagnati temporaneamente ospitati sull’isola di trascorrere le ore diurne in una ludoteca gestita assieme Save the Children nel centro fraternità della parrocchia di San Gerlando, danneggiato due anni fa durante una rivolta di minori tunisini. Il Papa per assicurare la propria vicinanza spirituale ha mandato sull’isola da domenica scorsa l’Elemosiniere Konrad Krajewski che sul gommone benedice le salme ripescate mentre vengono ricomposte e incoraggia i sommozzatori. L’Arcivescovo di Agrigento Francesco Montenegro, accorso venerdì sull’isola e ritornatovi domenica, ha confermato che anche ieri il Santo Padre, costantemente vicino con la preghiera alle vittime e agli isolani, è stato sempre informato di quanto sta accadendo e ci sarà nei prossimi giorni un altro segno tangibile della sua vicinanza.
«Occorre comunque – prosegue il presule – che questa tragedia resti impressa nella coscienza degli italiani. Credo che per Lampedusa sarà una pagina di dolore che nessuno strapperà». Qualcuno chiede un segno che ricordi la sciagura. «Non mi pare indispensabile. Tutti noi con questa tragedia possiamo capire senza bisogno di monumenti o altri segni esteriori la realtà di quest’isola e del Mediterraneo».Intanto, dopo l’istituzione di un ufficio Caritas, presidio operativo stabile coordinato da Caritas Italiana e Fondazione Migrantes insieme alla diocesi di Agrigento e che consentirà agli operatori di garantire un servizio di sostegno ai migranti e di supporto volontario alla macchina istituzionale dell’accoglienza, l’organismo pastorale interverrà sui problemi legati all’accoglienza delle oltre 800 persone presenti nel centro di Contrada Imbriacola.
«Ci rendiamo disponibili a sostenere – spiega Oliviero Forti, responsabile dell’Ufficio immigrazione Caritas – i costi di un’accoglienza dignitosa almeno a donne, minori e ai casi più vulnerabili presso strutture alberghiere dell’isola fino a quando non saranno trasferite. In particolare i bambini in tenera età e i minori con disabilità, nonché alcune decine di adulti affetti da altre patologie che necessitano di interventi mirati e di un ambiente adeguato».Infine, ispirati dall’appello di Papa Francesco ad aprire le porte ai fratelli migranti, le Caritas diocesane offrono subito alle istituzioni la disponibilità delle diocesi italiane ad accogliere i sopravvissuti e coloro che oggi sono bloccati sull’isola di Lampedusa in attesa di un trasferimento in condizioni di grave disagio. Un modo per sbloccare l’emergenza creatasi nel sistema di accoglienza pubblico in queste settimane di sbarchi ripetuti al sud e che non accenna a diminuire.«Quanti posti abbiamo a disposizione? All’incirca – conclude Forti – quelli dell’emergenza Nordafrica, almeno 3.000».Intanto il direttore della Fondazione Migrantes don Giancarlo Perego, presente a Lampedusa, ha chiesto revisioni legislative sull’immigrazione.«Visto che sono passati dieci anni dalla Bossi-Fini e ogni legge è figlia del suo tempo – ha dichiarato – credo che sia tempo di rivederla. Sarebbe vergognoso se queste persone fossero trattate da clandestini e non da persone». Perego, insieme alla Caritas, chiede di prevenire queste tragedie con la creazione di canali dove far passare le persone che si mettono in viaggio da situazioni critiche. Ieri, però, l’annuncio di un accordo italo-libico tra polizie di frontiera per pattugliare le coste con motovedette italiane guidate da personale addestrato dalle nostre forze dell’ordine torna a riproporre il ritornello usato negli ultimi anni, bloccare i migranti sull’altra sponda senza altri sforzi da parte italiana ed europea. Illusione tragicamente smentita dai fatti.