lunedì 15 luglio 2024
Il 50enne ingegnere stava compiendo l'ascesa per raccogliere donazioni a favore dei piccoli pazienti oncologici. Era stato presidente dell'Azione Cattolica di San Lazzaro di Savena
Michele Raule

Michele Raule - Dal suo profilo Facebook

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«Il 12 luglio (meteo permettendo) tenterò un’impresa per me “estrema”: dal mare alla vetta del Monte Bianco senza dormire, con il solo uso delle gambe. Partirò alle 5 di mattina da Genova con la bici, che lascerò in fondo alla Val Veny, per proseguire a piedi fino alla vetta. Mi sono allenato parecchio (75.000m D+ da inizio anno), ma non è sicuro che ce la farò. La mia motivazione, già non piccola, sarà rafforzata da una buona causa in cui credo molto: raccogliere fondi per Ageop, associazione di Bologna che aiuta i bambini malati di tumore. Di seguito il link per fare una donazione, anche un piccolo contributo sarà molto gradito».

Così scriveva qualche giorno fa sulla sua pagina Facebook Michele Raule. In questa avventura ha trovato la morte domenica pomeriggio, a soli 50 anni, cadendo in un crepaccio sul Monte Bianco, per cause ancora da accertare, quando ormai mancava poco alla meta, il Rifugio Gonella. Raule lascia la moglie e tre figli.

ll suo progetto “Quattro vette per cinque Stati” era nato nel 2022 e si sarebbe concluso nel 2025, con la scalata delle cime più alte d'Italia e dei quattro Paesi confinanti – Francia, Svizzera, Slovenia, Austria – percorrendo con la bicicletta i chilometri dal mare più vicino alla meta. Nello stesso punto dell'incidente di Raule era morto un alpinista tedesco il 26 giugno.

L’ingegnere bolognese era stato presidente dell’Azione Cattolica di San Lazzaro di Savena (Bologna) negli anni Novanta. L’Associazione lo ricorda attraverso le parole della ex presidente diocesana Donatella Broccoli come persona «dal grande cuore», sempre disponibile a dare una mano in parrocchia. Il comparrocchiano Daniele Binda lo definisce proprio nella sua generosità: «Ha raggiunto la pienezza della vita, facendo ciò che più amava. Grande appassionato ed esperto di montagna, sfidava i suoi limiti, e lo faceva sempre con uno sguardo all’ambiente, di cui era grande difensore, e uno ai più deboli». Come dimostra la nobile causa che stava perseguendo con questa ennesima sfida.

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