Il cardinale Montenegro apre la Porta Santa del santuario dellaMadonna di porto Salvo (Foto Mauro Buccarello) Il vescovo di Agigento ha espresso un auspicio per Lampedusa e la sua popolazione, da sempre in prima linea sul fronte dell'accoglienza e troppo spesso teatro di tragedie del mare: "Che questa isola resti sempre una porta aperta dove trovare cuori spalancati. Sappiamo che chi arriva alle nostre coste ha fame di pane, ma nessuno vi dirà mai che non ha fame di amore! E dandogli nostro possiamo cambiare la storia del mondo".
Un momento della cerimonia a Lampedusa (Foto Mauro Buccarello)“Parlando di misericordia, invitando i fedeli a conoscere la misericordia di Dio in questo speciale anno giubilare e sentendoci chiamati a diventare noi stessi segno di misericordia, non era possibile non pensare a Lampedusa: quest’isola è una porta aperta che accoglie chi viene da lontano. I vostri cuori sono il segno di mondo possibile, di un amore sperimentato sulla pelle e trasformato, giorno dopo giorno, emergenza dopo emergenza, in accoglienza ed esempio”. Ha detto ancora il cardinale Montenegro aprendo la Porta santa presso il Santuario della Madonna di Porto Salvo. Ad aprire la processione e ad attraversare con lui la Porta giubilare, alcuni migranti giunti dalle coste africane – “la più preziosa delle presenza in questo giorno così speciale” ha detto Montenegro – e suore di diversa nazionalità che hanno deciso di vivere nell’accoglienza di chi arriva da lontano la loro vocazione.
Il santuario della Madonna di porto Salvo a Lampedusa (Foto Mauro Buccarello)“Vorrei che questo momento restasse scritto nei vostri cuori – ha detto il cardinale ai lampedusani – perché, incontrandoci, sentiamo la carezza di Dio. Sappiamo tutti come l’isola viene spesso dimenticata da chi dovrebbe amministrare la cosa pubblica. Noi siamo gli ultimi e, forse per questo, abbiamo un cuore ancora più grande per chi, nelle dinamiche del mondo, occupa l’ultimo posto. Voi subite la dimenticanza dei potenti, siete quelli che più e prima aprite i vostri cuori quasi per una sorta di sintonia, per il vostro vivere la stessa condizione e la stessa sofferenza”.
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