mercoledì 25 settembre 2024
Presentata la Giornata mondiale della gioventù 2027 che si terrà a Seul in Corea del Sud. Nel 1995 il precedente asiatico di Manila. La speranza che partecipini anche i giiovani nordcoreani
Presentata in Sala stampa vaticana la Gmg di Seul

Presentata in Sala stampa vaticana la Gmg di Seul - Siciliani

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All’orizzonte si intravede già l’inizio della strada che riunirà in Corea i giovani di tutto il mondo. Il primo passo verso la Gmg di Seul del 2027 verrà compiuto il prossimo 24 novembre, il giorno di Cristo Re, alla presenza di papa Francesco nella Basilica di San Pietro. Quando andrà in scena il tradizionale passaggio dei simboli della Giornata mondiale della gioventù. In una sorta di staffetta della fede, i ragazzi di Lisbona consegneranno a quelli di Seul la Croce dei giovani e l’icona di Maria Salus populi romani. Ad annunciarlo è il cardinal Kevin J. Farrell, prefetto del Dicastero per i laici, la famiglia e la vita, intervenuto ieri alla conferenza stampa di presentazione della Gmg coreana, la quarantunesima della storia. Il tema, ha sottolineato il porporato, sarà “Abbiate coraggio: io ho vinto il mondo!” (Gv 16,33). «Oggi c’è una forte possibilità che i giovani si scoraggino – ha spiegato -. È un’opportunità per ricordare loro di amarsi gli uni con gli altri». Parole evangeliche che si collegano anche a quelle della Gmg del 2025, la quarantesima: “Anche voi date testimonianza, perché siete con me (Gv 15,27). La Gmg, dunque, tornerà in Asia, dopo quella di Manila del 1995. Perché proprio la Corea? «Per il forte spirito missionario del Papa, che desidera portare la Parola di Dio a tutti per far capire che si può vivere insieme in pace» ha sottolineato Farrell, che non si è sbilanciato su un’ulteriore eventuale tappa del pontefice in Corea del Nord. «Dipenderà da un invito che dovrà venire dal Paese stesso». Sebbene i cattolici coreani rappresentino l’11 % della popolazione, «la Chiesa è piena di vitalità ed è arricchita dall’eroica testimonianza di tanti martiri - ha continuato il prefetto -. La naturale apertura dell’Asia al dialogo sarà di grande aiuto per i giovani, i messaggeri di pace del futuro». Infine, ha concluso, il dinamico contesto asiatico farà riflettere i ragazzi sul dialogo tra fede e modernità. «Pensiamo alla perdita di senso della vita, alla rivoluzione digitale, alla crisi climatica e alle disuguaglianze economiche - ha detto -. Questi grandi interrogativi saranno di stimolo affinché la cultura contemporanea sia trasformata dal Vangelo». Del rapporto con la Corea del Nord, ha parlato anche Peter Soon-Taick Chung, arcivescovo di Seul e presidente del Comitato organizzatore locale (Cole) della Gmg del 2027. «La relazione non è favorevole. Ma se sarà possibile, inviteremo anche i giovani nordcoreani». L’arcivescovo ha raccontato inoltre la storia della Chiesa cattolica coreana, testimonianza di una fede costituita da laici, che si è tenuta in piedi nonostante le persecuzioni. E parlando della Gmg, ha sottolineato che «non sarà un semplice raduno. Ma un viaggio significativo in cui si rifletterà sulle sfide moderne e sulle ingiustizie». In attesa del 2027, ha annunciato infine monsignor Paul Kyung Sang Lee, coordinatore generale della Gmg di Seul 2027, circa 1000 ragazzi coreani parteciperanno al Giubileo dei Giovani. I preparativi per la Gmg, ha aggiunto, sono già iniziati. «I nostri ragazzi sono aperti al dialogo interreligioso e tanti sacerdoti hanno stretto amicizia con i monaci buddisti. La Gmg vuole essere un grande evento di unità». Il presule ha poi presentato anche il logo, ispirato alle tecniche di pennellata dell’arte tradizionale coreana. «Al centro c’è una croce – ha spiegato -. I colori rosso e blu simboleggiano la vittoria di Cristo sul mondo, il sangue dei martiri e la vitalità dei giovani. Infine, il giallo che brilla dietro la croce rappresenta il Cristo, la “Luce del Mondo”». Un logo che, ha rimarcato a margine padre Franco Galdino, Coordinatore dell’Ufficio giovani del Dicastero per i laici, la famiglia e la vita, «richiama la volontà di Dio di diventare carne nella vita dei giovani».

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