mercoledì 1 agosto 2012
​L’arcivescovo: serve unità e solidarietà. I sindacati accolgono l’invito di monsignor Santoro per la preghiera di questa sera. Domani grande manifestazione: due i cortei che attraverseranno la città. Si temono infiltrazioni da parte dei black-bloc.
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​Giornata interlocutoria: per l’Ilva, ma anche per Taranto. Sul fronte giudiziario non ci sono novità di rilievo: ieri davanti al gip gli indagati si sono avvalsi della facoltà di non rispondere mentre gli stabilimenti continuano l’attività nonostante i cosiddetti «sigilli virtuali». Ma in città c’è tanta voglia di mobilitarsi, di far sentire la propria voce. Per questa sera la diocesi ha organizzato la "veglia della città per la città", perché, scrive l’arcivescovo Filippo Santoro, c’è bisogno di «un cuore e un unico obiettivo per il bene di tutti». «Ora vi chiedo di accogliere il mio invito in semplicità - ha aggiunto il presule -, quella di un padre che invoca unità e solidarietà per la sua famiglia». E i segretari cittadini dei sindacati hanno subito accolto l’invito e ringraziato l’arcivescovo per «l’iniziativa meritoria». La fiaccolata inizierà alle venti e sarà seguita da un «momento di preghiera conclusiva e riflessione» nella parrocchia di San Francesco De Geronimo, nel rione Tamburi, il più esposto all’inquinamento dell’Ilva. L’invito è rivolto a «tutti», anche ai «malati oncologici» e agli «operai». L’iniziativa si svolge alla vigilia della grande manifestazione di domani «allargata alla città» in occasione dello sciopero di otto ore per turno proclamato dalle segreterie provinciali di Fim, Fiom e Uilm. In proposito sta già crescendo l’allarme per possibili infiltrazioni dei black-bloc. Due i cortei che attraverseranno la città per poi riunirsi in piazza della Vittoria, dove saliranno sul palco i segretari confederali, Luigi Angeletti, Raffaele Bonanni e Susanna Camusso, oltre a Paolo Varesi dell’Ugl. Si parlerà di lavoro, certamente, ma non si potrà non parlare di salute. Come ha fatto ieri il sindaco Ippazio Stefano, che ha scritto al ministro della Sanità, Renato Balduzzi, sottolineando che «la grave crisi ambientale che il territorio jonico vive» pone un «grave pregiudizio per la salute pubblica». «I dati scientifici sui danni provocati alla salute dei tarantini sono allarmanti - continua il sindaco - e inducono a non abbassare il livello di guardia su tutte le possibili iniziative che possono, anzi devono, essere assunte a sostegno del principio della salvaguardia del diritto alla salute». Una dura presa di posizione, certamente, senza lasciare la via del dialogo ribadita in consiglio comunale, che tuttavia si fa sempre più difficile. Ieri due ore di sciopero nel reparto "a freddo" del siderurgico - oggi altre due in quello "a caldo" -  e una grande ressa in tribunale per gli interrogatori degli indagati che sono arrivati scortati dalla polizia penitenziaria benché agli arresti domiciliari. Al loro arrivo sono stati accolti da uno scroscio di applausi. Luigi Capogrosso, Marco Andelmi, Angelo Cavallo, Ivan Dimaggio, Salvatore De Felice e Salvatore D’Alò, come del resto Emilio Riva e suo figlio Nicola, hanno fatto scena muta. Il collegio difensivo degli arrestati punta sull’udienza di dopodomani, quando il tribunale del riesame di Taranto deciderà sui ricorsi presentati dall’Ilva contro il decreto di sequestro e le ordinanze di custodia cautelare.
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