sabato 6 giugno 2015
Papa Francescoatterrato a Sarajevo. Al centro della visita: giovani dialogo ecumenico e interreligioso. Alle 11 la Messa allo stadio olimpico. Nel pomeriggio l’incontro tra le fedi e in Cattedrale con il clero Alle 20 il ritorno.

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«Vengo tra voi, con l’aiuto di Dio, per confermare nella fede i fedeli cattolici, per sostenere il dialogo ecumenico e interreligioso, e soprattutto per incoraggiare la convivenza pacifica nel vostro Paese». Nel breve e intenso videomessaggio diffuso alla vigilia dell’evento papa Francesco ha così esplicitato gli scopi della sua odierna visita pastorale a Sarajevo. Il Pontefice, ha poi aggiunto il cardinale arcivescovo di Vrhbosna-Sarajevo Vinko Puljic, viene a Sarajevo anche «per rimettere la Bosnia-Erzegovina al centro dell’opinione pubblica internazionale, affinché i politici si sforzino di trovare una soluzione giusta e durevole per il bene di ogni cittadino di questo Paese».“La pace sia con voi” è il motto della visita al Paese dove sono ancora aperte le ferite della guerra che si è conclusa con gli accordi di Dayton firmati alla fine del 1995 e che hanno diviso il Paese in due entità (la Repubblica Serba e la Federazione croato musulmana). Accordi considerati ingiusti da parte della componente croato cattolica che rappresenta il 15% della popolazione, mentre i bosniaci musulmani sono il 40% e i serbi ortodossi il 31%.Serrata l’agenda della giornata papale. La partenza da Fiumicino è fissata per le 7.30 e l’arrivo all’aeroporto internazionale di Sarajevo per le 9. La prima tappa è la cerimonia di benvenuto nel piazzale antistante il palazzo presidenziale, dove, dopo gli inni e gli onori militari verranno liberate delle colombe a richiamare la colomba della pace posta nel logo della visita. Segue la visita di cortesia alla presidenza tripartita della Repubblica e l’incontro con le autorità. Alle 11 è prevista la Messa allo stadio olimpico, costruito per i giochi invernali del 1984, con la partecipazione di non meno di 65mila fedeli provenienti da tutto il Paese. Lì, come negli spostamenti interni a Sarajevo, il Papa userà la papamobile aperta. In questo modo il Pontefice potrà vedere i tanti cimiteri e le tombe dislocate nella città, drammatico segno dell’assedio protrattosi dal 1992 al 1996, quando i morti venivano sepolti anche nei giardini cittadini.Dopo il pranzo con i sei vescovi del Paese in nunziatura, è in programma quindi l’incontro in Cattedrale con il clero e i consacrati, che sarà caratterizzato da tre testimonianze «forti» rese da un sacerdote, da una suora e da un religioso. Segue l’atteso incontro interreligioso cui parteciperanno oltre al cardinale Puljic, altri tre esponenti in rappresentanza della comunità ortodossa, ebrea e islamica. Ultimo atto della visita è quello con i giovani, presso il centro diocesano giovanile "San Giovanni Paolo II", dove due giovani, una serba ortodossa ed un croato cattolico, porteranno la loro testimonianza. La partenza per Roma è fissata per le 20. L’arrivo a Ciampino per le 21 e 20.Quello di papa Francesco è il terzo viaggio di un Pontefice in Bosnia e il secondo a Sarajevo. Giovanni Paolo II infatti visitò Sarajevo il 12-13 aprile 1997, dopo che nel settembre 1994 a causa del conflitto in corso non gli fu permesso di farlo. Nel giugno 2003 Wojtyla si recò poi a Banja Luka per la beatificazione del laico Ivan Merz.
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