In un’Europa in cui si diffonde sempre più la «cultura del consumo e del benessere» è urgente «risvegliare le coscienze » per venire concretamente incontro ai «poveri e bisognosi nei quali, come ci insegna papa Francesco, tocchiamo il corpo sofferente di Cristo». Sarà questo uno degli elementi significativi della Gmg che si aprirà a Cracovia tra un anno, in pieno Giubileo della Misericordia. Lo spiega ad
Avvenire il cardinale polacco Stanislaw Rylko, presidente del Pontificio Consiglio per i laici, il dicastero vaticano storicamente addetto alla preparazione dell’evento.
Eminenza, qual è il significato del modo originale con cui il Papa ha inaugurato l’iter di iscrizioni alla Gmg? È stato un gesto simbolico molto eloquente che voleva sollecitare i giovani di tutto il mondo a fare lo stesso. E anche molto efficace. Dopo venti ore dall’avvio del sistema, grazie proprio al gesto del Papa, abbiamo raggiunto quota 240 iscrizioni di macrogruppi in rappresentanza di circa 45mila pellegrini.
Il fatto che papa Francesco si sia iscritto rende quindi ufficiale la sua presenza a Cracovia… La persona del Santo Padre è, per così dire, un faro di ogni Gmg. È impensabile una Gmg senza il successore di Pietro. Le Gmg sono nate per iniziativa di san Giovanni Paolo II trent’anni fa. E grazie a questi incontri con il Papa è nata una nuova generazione di giovani, che chiamiamo “generazione Gmg”. Giovani che proprio nella persona del successore di Pietro hanno scoperto un grande amico, una guida sicura per la vita. Ormai da tre decenni lo seguono attraverso il mondo. Ovviamente così sarà anche a Cracovia con Papa Francesco.
Quale sarà ora la prossima tappa di avvicinamento alla Gmg di Cracovia? Ora è partita la prima fase nell’iter di iscrizioni. Per organizzare il pellegrinaggio, anche dal punto di vista logistico, nel mese di novembre avrà luogo a Cracovia un incontro internazionale dei delegati delle conferenze episcopali di tutto il mondo, delle associazioni e dei movi- menti ecclesiali internazionali. Saranno circa 250 persone provenienti da una novantina di Paesi.
Lei ha riferito che ci sono già 45mila iscritti. Si possono fare proiezioni per quanto riguarda le adesioni finali? C’è tanto interesse per la Gmg di Cracovia, che è la città di Giovanni Paolo II, la cui memoria è ancora molto viva tra i giovani. Ci prepariamo ad accogliere tutti quelli che desiderano partecipare. Dico solo che il grande campo di raduno per la veglia serale di preghiera per l’Eucaristia finale, che si trova in periferia – chiamato per la circostanza Campus Misericordiae – è capace di contenere più di due milioni di giovani.
La prossima Gmg si inserirà quindi nel contesto dell’Anno della Misericordia. Sarà quindi, ha detto il Papa, «un giubileo della gioventù». In che modo questa coincidenza inciderà nella Giornata di Cracovia? Ancor prima dell’annuncio del Giubileo il tema della misericordia era già presente nella preparazione della Gmg. Cracovia, provvidenzialmente, è una capitale nella promozione della devozione della Divina Misericordia. Basti pensare al Santuario della Divina Misericordia, a santa Faustina Kowalska e a san Giovanni Paolo II, che ha inaugurato il Santuario, che ha istituito la Festa della Divina Misericordia e che ha scritto l’enciclica
Dives in Misericordia. Siamo felicissimi che, dopo l’annuncio del Giubileo, l’evento di Cracovia non sarà solo una Gmg, sarà anche una celebrazione, forse la più spettacolare, nel quadro dell’anno giubilare. E poi il tema della Gmg è proprio “Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia”.
Questo sarà la prima Gmg concepita e celebrata durante il pontificato di papa Francesco. Ci saranno elementi originali rispetto al passato? Ogni Gmg riproduce lo schema originario. Le catechesi, i momenti gioiosi e culturali, la via crucis, le confessioni, e infine la veglia di preghiera e l’Eucaristia finale. Però ogni Pontefice offre ad ogni edizione della Gmg la sua propria impronta. E noi siamo molto attenti, man mano che ci avviciniamo a definire tutti gli aspetti concreti e specifici della prossima edizione, a tenere molto conto di quello che papa Francesco ci chiede.