martedì 13 gennaio 2015
​Alla presentazione delle iniziative Cei per la Giornata del Migrante (18/1), il direttore di MIgrantes, Perego: 170mila arrici nel 2014, solo un terzo sono rimasti. Monsignor Montenegro: serve cultura dell'incontro.
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L’auspicio che “nelle nostre comunità” la 101ma Giornata mondiale del migrante e del rifugiato “possa contribuire a diffondere una nuova cultura dell’incontro, una politica capace di mettere sempre al centro la povera gente, un’economia che sappia intrepretare l’esigenza della gratuità e della condivisione”. Ad esprimerlo questa mattina a Roma è monsignor Francesco Montenegro, arcivescovo di Agrigento e presidente della Commissione episcopale per le migrazioni e della Fondazione Migrantes, intervenuto, presso la sede della Radio vaticana, alla conferenza stampa di presentazione delle iniziative della Chiesa italiana per la celebrazione della Giornata mondiale del migrante e del rifugiato, in programma domenica 18 gennaio su “Chiesa senza frontiere: madre di tutti”. Mons. Montenegro, che verrà creato cardinale nel Concistoro del prossimo 14 febbraio, ha osservato che “a cinquant’anni dal Concilio Vaticano II il tema della Chiesa madre è richiamato da Papa Francesco”. Alle nostre Chiese, ha sottolineato, questo chiede “di condividere il viaggio di molti migranti in cerca di condizioni di vita più umane”. Invece nelle nostre comunità “assistiamo ancora a gesti di diffidenza e ostilità”. “Affermare la maternità della Chiesa - secondo il presule - chiede anche la capacità di condividere le risorse con i più poveri, e tra essi oggi certamente i migranti forzati”. Alla presentazione monsignor Perego, direttore generale di Migrantes, ha sottolineato che "la proposta, in seguito ai tragici eventi di Parigi, di modificare o abolire il trattato di Schengen ritornando alle frontiere è una follia politica economica e culturale”. I datiDelle oltre 170mila persone (migranti forzati) sbarcate sul nostro territorio nel 2014, al 1° gennaio 2015 quelle accolte e rimaste nelle diverse strutture di prima e seconda accoglienza sono poco meno di 66.000, cioè poco più di 1/3, ha spiegato monsignor Perego, precisando che non si può parlare di “invasione” e che, se non governata correttamente, la paura che ha portato alla nascita di partiti nazionalisti in Europa “può diventare un motore di involuzione sociale ed economica”. Tre le priorità evidenziate dal responsabile di Migrantes per l’accoglienza di richiedenti asilo e rifugiati. Anzitutto “la necessità di estendere almeno in tutti i 3mila Comuni sopra i 5mila abitanti almeno un’unità di accoglienza dei richiedenti asilo, attraverso progetti che estendano il progetto di strutture di seconda accoglienza (Sprar) almeno a 50mila, con una partecipazione adeguata anche dei Comuni del Nord Italia”. Al tempo stesso, ha proseguito monsignor Perego, occorre “consolidare una rete di prima accoglienza strutturata sul territorio nazionale, attraverso il mondo dell’associazionismo e della cooperazione sociale, della realtà ecclesiale, almeno per 100mila persone”. In relazione alla tutela dei minori non accompagnati, monsignor Perego ha segnalato gravi carenze nell’accoglienza, soprattutto nelle famiglie, nonostante le indicazioni normative vigenti. Necessarie, secondo Perego, “alcune precise e puntuali indicazioni applicative della legge a tutela dei minori non accompagnati, perché da subito sia garantita la tutela di chi arriva in Italia” per “evitare anche che 3.500 minori scompaiano nel nulla, come è successo nel 2014”. Infine, dalla “nota positiva” secondo la quale “nel 2014 i 10 Cie in Italia, di cui metà chiusi, vedono oggi la presenza solo di 276 persone a fronte di 1.748 posti”, l’auspicio che “presto si arrivi finalmente alla chiusura di strumenti di una stagione ideologica e costosissima di trattenimento dei migranti”. Serve, insomma, “uno sforzo maggiore non per presidiare le frontiere, ma per superarle a tutela della dignità della persona umana”. Quest’anno, ha concluso, la Regione prescelta per celebrare la Giornata è la Basilicata da cui provengono 117mila emigranti italiani e che attualmente accoglie 17 mila immigrati.

                    Il messaggio di Napolitano"È indispensabile compiere ogni sforzo per garantire i diritti inalienabili delle persone e il rispetto della loro dignità. Sono certo che gli italiani, memori di una loro antica, dolorosa odissea di migranti, continuerannoad esprimere concreta vicinanza al dramma di quanti fuggono dacondizioni di grave pericolo e di estrema indigenza". Lo ha sottolineato il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in un messaggio inviato alla Fondazione Migrantes in occasione della Giornata mondiale del Migrante del Rifugiato. Napolitano ha sottolineato la "preziosa attività svolta dalla fondazione e dal volontariato laico" che costituisce "un importante supporto all'azione dello Stato e degli enti territoriali, in nome dei comuni valori della solidarietà e dell'accoglienza, specie nelledrammatiche situazioni di emergenza che il nostro Paese haconosciuto nel corso della sua storia".
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