A prima vista, il logo che oggi viene dichiarato vincitore del concorso per il simbolo del Convegno ecclesiale di Firenze 2015 sembra solo uno schizzo. Un’apparente provvisorietà, che invece ha in sé un messaggio persino più immediato di un bozzetto perfettamente nitido. Nell’idea con la quale Zeno Pacciani, Francesco Minari e Andrea Tasso – gli autori della proposta scelta dal Comitato preparatorio, tutti e tre sotto i 40 anni – hanno tradotto graficamente il tema dell’assemblea in programma tra un anno («In Gesù Cristo il nuovo umanesimo»), c’è un’intuizione che ha colpito il «popolo del Web», chiamato a contribuire in modo decisivo alla scelta, prima ancora degli organizzatori dell’appuntamento ecclesiale. Il logo, nel quale è leggibile la citazione della cupola del Brunelleschi simbolo della grandezza cristiana e umanistica di Firenze, è infatti uno degli oltre 200 pervenuti nelle otto settimane del bando di concorso, firmati da studenti e pensionati, professionisti e istituti d’arte di tutta Italia. Un successo che premia un’idea con la quale il quinto Convegno decennale della Chiesa italiana, ben prima del suo inizio, ha già segnato una novità rispetto alle edizioni precedenti: scegliere l’immagine simbolo di un evento così importante attraverso un pubblico concorso, sottoponendo – come si è deciso di fare – i 10 lavori ritenuti più efficaci al verdetto popolare, che si è espresso sulla pagina Facebook del Convegno tra il 24 e il 30 novembre. Una serrata gara a suon di «like» con migliaia di voti, che ha fatto emergere le tre opere più apprezzate: la combinazione tra la croce e il sole firmata da Giovanni Chiarolla, 17enne seminarista di Molfetta; tre silhouette umane che si completano tra loro e vanno a comporre il profilo della cupola del Duomo fiorentino, ideato da Daniela Demaria, 27 anni di Bagnolo in Piano, nel Reggiano; e il simbolo individuato come proposta più efficace per il logo 2015, realizzato dai tre creativi di «Borgoognisantitre», studio professionale di Firenze.Compito non facile per la giuria quello di individuare un’immagine chiamata a evocare in uno sguardo i contenuti del Convegno del prossimo novembre, che – come aveva spiegato il vescovo Nunzio Galantino, segretario generale della Cei, in un’intervista al Regno del giugno scorso – «non potrà essere semplicemente un susseguirsi di dotte conferenze, annaffiate da puntigliose analisi socio-religiose», né «un convegno di filosofia», ma «l’inizio di un nuovo modello di discernimento comunitario» radicato in una «scelta antropologica» che «va approfondita anche nelle sue dimensioni e derivazioni concrete». Il logo deve dire anche questo, è non è una responsabilità da poco.
La croce origine e punto d’arrivo. Il popolo del web ha premiato l’opera di tre giovani designer.
EDITORIALE Il metodo dell’ascolto di Domenico Pompili
EDITORIALE Il metodo dell’ascolto di Domenico Pompili
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Chiesa
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