mercoledì 10 dicembre 2008
Nel suo intervento alla commemorazione della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo in Vaticano, il Papa ha ricordato le centinaia di milioni di persone che «vedono tuttora minacciati i loro diritti, mentre nuove barriere sono innalzate per motivi legati alla razza, alla religione, alle opinioni politiche».
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I diritti dell'uomo sono per il Papa «ultimamente fondati in Dio creatore» e «se si prescinde da questa solida base etica, i diritti umani rimangono fragili perché privi di solido fondamento". Benedetto XVI lo ha ribadito dopo il concerto in Vaticano per celebrare il 60° anniversario della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo proclamata dall'Onu. «La legge naturale, scritta da Dio nella coscienza umana, - ha detto papa Ratzinger - è un denominatore comune a tutti gli uomini e a tutti i popoli; è una guida universale che tutti possono conoscere e sulla base della quale tutti possono intendersi».«Nuove barriere a causa della razza e della religione». «Indubbiamente un lungo cammino è stato già percorso, ma ne resta ancora un lungo tratto da completare: centinaia di milioni di nostri fratelli e sorelle vedono tuttora minacciati i loro diritti alla vita, alla libertà, alla sicurezza; non sempre è rispettata l'uguaglianza tra tutti nè la dignità di ciascuno, mentre nuove barriere sono innalzate per motivi legati alla razza, alla religione, alle opinioni politiche o ad altre convinzioni». «Non cessi, pertanto - ha aggiunto il Pontefice - il comune impegno a promuovere e meglio definire i diritti dell'uomo, e si intensifichi lo sforzo per garantirne il rispetto».Bertone: «Libertà religiosa in discussione». Alla solenne commemorazione hanno partecipato il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, il segretario di Stato, Tarcisio Bertone, il cardinale Renato Martino, presidente di Giustizia e Pace, e il direttore generale dell'Organizzazione mondiale del lavoro, Juan Somavìa. «La libertà religiosa, che è una delle importanti conquiste contenute nella Carta dei diritti dell'uomo firmata sessant'anni fa a Parigi - ha detto Bertone nel suo intervento - oggi è messa in discussione ed è a rischio a causa di una tendenza sempre più diffusa che vuole escludere la religione dalla costruzione dell'ordine sociale». «È un dato di tutta evidenza - ha aggiunto - che il fatto religioso abbia un'influenza diretta nello svolgersi della vita interna degli Stati e di quella della Comunità internazionale. Questo nonostante si percepiscano sempre di più indicazioni e tendenze che sembrano voler escludere la religione e i diritti ad essa connessi dalla possibilità di concorrere alla costruzione dell'ordine sociale, pur nel pieno rispetto del pluralismo che contraddistingue le società contemporanee».
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