I diritti dell'uomo sono per il Papa «ultimamente fondati in Dio creatore» e «se si prescinde da questa solida base etica, i diritti umani rimangono fragili perché privi di solido fondamento". Benedetto XVI lo ha ribadito dopo il concerto in Vaticano per celebrare
il 60° anniversario della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo proclamata dall'Onu. «La legge naturale, scritta da Dio nella coscienza umana, - ha detto papa Ratzinger - è un denominatore comune a tutti gli uomini e a tutti i popoli; è una guida universale che tutti possono conoscere e sulla base della quale tutti possono intendersi».
«Nuove barriere a causa della razza e della religione». «Indubbiamente un lungo cammino è stato già percorso, ma ne resta ancora un lungo tratto da completare: centinaia di milioni di nostri fratelli e sorelle vedono tuttora minacciati i loro diritti alla vita, alla libertà, alla sicurezza; non sempre è rispettata l'uguaglianza tra tutti nè la dignità di ciascuno, mentre nuove barriere sono innalzate per motivi legati alla razza, alla religione, alle opinioni politiche o ad altre convinzioni». «Non cessi, pertanto - ha aggiunto il Pontefice - il comune impegno a promuovere e meglio definire i diritti dell'uomo, e si intensifichi lo sforzo per garantirne il rispetto».
Bertone: «Libertà religiosa in discussione». Alla solenne commemorazione hanno partecipato il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, il segretario di Stato, Tarcisio Bertone, il cardinale Renato Martino, presidente di Giustizia e Pace, e il direttore generale dell'Organizzazione mondiale del lavoro, Juan Somavìa. «La libertà religiosa, che è una delle importanti conquiste contenute nella Carta dei diritti dell'uomo firmata sessant'anni fa a Parigi - ha detto Bertone nel suo intervento - oggi è messa in discussione ed è a rischio a causa di una tendenza sempre più diffusa che vuole escludere la religione dalla costruzione dell'ordine sociale». «È un dato di tutta evidenza - ha aggiunto - che il fatto religioso abbia un'influenza diretta nello svolgersi della vita interna degli Stati e di quella della Comunità internazionale. Questo nonostante si percepiscano sempre di più indicazioni e tendenze che sembrano voler
escludere la religione e i diritti ad essa connessi dalla possibilità di concorrere alla costruzione dell'ordine sociale, pur nel pieno rispetto del pluralismo che contraddistingue le società contemporanee».