L'ospedale di Chirundu, nello Zambia, dove da sempre sono presenti le suore di Maria Bambina
L’«intelligenza della carità evangelica» è cosa ben diversa dalla «generosità dei ricchi verso i poveri». Perché fa bene a chi riceve il bene, ma anche a chi, per primo, lo pratica. E in tempi di chiusura ed egoismo verso le persone, i popoli, i Paesi poveri, mentre montano «esclusione e sospetto» verso gli stranieri, e c’è chi considera la solidarietà «una scelta pericolosa o sprovveduta», l’intelligenza della carità ispira forme di solidarietà che si rivelano la scelta più lungimirante. E quella più coerente con l’autentica cultura italiana ed europea che vede, nell’umanità, «un’unica vocazione alla fraternità». Lo ha detto l’arcivescovo di Milano, Mario Delpini, alla presentazione dell’iniziativa «Il miglior investimento è la solidarietà», promossa dalla Chiesa ambrosiana e da Ubi Banca a favore del Mtendere Mission Hospital di Chirundu, nello Zambia.
Dal «social bond» attesi centomila euro da destinare a Chirundu
L’istituto di credito – ha spiegato la sua presidente, Letizia Moratti, intervenuta in arcivescovado alla conferenza stampa di presentazione, mercoledì 24 aprile – ha deciso di emettere un prestito obbligazionario solidale (social bond) denominato «Ubi Comunità per l’arcidiocesi di Milano» per un ammontare di 20 milioni di euro, i cui proventi, a titolo di liberalità, saranno devoluti alla Chiesa ambrosiana per sostenere e sviluppare il cammino dell’ospedale di Chirundu. In caso di sottoscrizione dell’intero ammontare delle obbligazioni oggetto dell’offerta, il contributo che Ubi erogherà alla diocesi potrà raggiungere i 100mila euro.
«Nato nei primi anni ’60 dall’iniziativa di alcuni sacerdoti ambrosiani come semplice dispensario, quello di Chirundu è diventato uno degli ospedali migliori dello Zambia – ha ricordato il moderator Curiae monsignor Bruno Marinoni –. La diocesi di Monze, che ne è la proprietaria, sta assumendo sempre più un ruolo da protagonista, con l’aiuto, fin dall’inizio, della diocesi di Milano e delle suore di Maria Bambina. Con questo social bond vogliamo aiutare ad affrontare il disavanzo generato ogni anno dalla gestione ordinaria».
Da Montini a Delpini, Milano e Monze Chiese sorelle
Don Antonio Novazzi lo conosce bene, quell’ospedale. Oggi vicario episcopale per la Zona VII, è stato per dodici anni fidei donum nello Zambia. E a Chirundu c’è stato tante volte, sia come missionario, sia come paziente per curarsi la malaria. È lui a rievocare la storia del nosocomio – e della presenza missionaria ambrosiana nel Paese africano – richiamando la decisione dell’arcivescovo Giovanni Battista Montini, il futuro Paolo VI, di inviare le suore di Maria Bambina nel 1959 e i primi sacerdoti milanesi nel 1961. È ancora lui a spiegare come Chirundu, oggi – dove medici e infermieri sono tutti locali, sempre affiancati dalle suore di Maria Bambina, che hanno la direzione sanitaria – sia un presidio decisivo, soprattutto per le mamme, i bambini, i malati di Aids.
Anche Delpini conosce bene Chirundu. C’è stato di persona. Sa di cosa parla, quando dice che «rappresenta un esempio dell’intelligenza della carità evangelica». «L’elemosina – spiega l’arcivescovo – lascia il povero nella sua povertà, il malato nella sua malattia, il Paese privo di assistenza sanitaria adeguata nella stessa condizione. La carità, invece, fa crescere chi riceve il bene e lo rende capace di fare a sua volta il bene», come mostra il fatto che il personale dell’ospedale, formato e abilitato nel tempo, sia tutto locale, e la gestione e amministrazione affidata alla diocesi di Chirundu. «L’intelligenza della carità mostra, inoltre, come il bene fa bene anche a chi lo fa. Lo sa bene la nostra diocesi, che diventa sempre più consapevole di essere Chiesa dalle genti. E questo anche grazie agli oltre 50 anni di collaborazione con la Chiesa di Monze, grazie ai nostri preti, alle suore, ai laici, ai medici, che sono stati là». Ed è una «forma di intelligenza nel fare del bene» questo social bond, esempio di una finanza che cerca il profitto ma nella promozione del bene comune.
Dare futuro all'ospedale fondato da preti ambrosiani nel 1964
Fondato nel 1964 da alcuni sacerdoti della diocesi di Milano, nato come piccolo ambulatorio missionario, il Mtendere Mission Hospital è l’unico ospedale esistente in una vasta area rurale dello Zambia ai confini con lo Zimbabwe. Di proprietà della diocesi di Monze, grazie al sostegno della diocesi di Milano e alla gestione delle Suore di Carità delle sante Bartolomea Capitanio e Vincenza Gerosa (dette anche di Maria Bambina), nel 2017 ha offerto 7.457 ricoveri e 57.221 visite presso il poliambulatorio. Si tratta, rende noto un comunicato diffuso dalla Chiesa ambrosiana, di una «struttura sanitaria non profit di primo livello», che «fornisce una gamma completa di servizi medici primari sia in regime di ricovero che ambulatoriale in un Paese dove l’aspettativa di vita non supera i 40 anni e dove malaria, tubercolosi e Aids interessano un numero sempre maggiore di persone».
Il social bond «Ubi Comunità per l’arcidiocesi di Milano» è stato lanciato per sostenere il progetto intitolato «Mtendere Mission Hospital». Un progetto della Chiesa ambrosiana il cui obiettivo è «il miglioramento della qualità del servizio di assistenza sanitaria nell’ospedale garantendo la disponibilità di farmaci e reagenti per un corretto percorso diagnostico e terapeutico. Inoltre – prosegue il comunicato – contribuirà a ridurre il tasso di mortalità materno infantile nel distretto di Chirundu, consentendo al personale medico e paramedico di migliorare la gestione delle gravidanze nell’ospedale (con particolare attenzione all’ambito della chirurgia ostetrica e del servizio ecografico) e di incrementare il supporto nella gestione dei pazienti nelle sette cliniche rurali e negli Health Post (piccoli dispensari di villaggio per interventi di prima assistenza e distribuzione di farmaci essenziali) che fanno riferimento allo stesso ospedale». Beneficiari del progetto saranno dunque «i circa 64mila abitanti del distretto di Chirundu e non solo: l’ospedale ha infatti un bacino di utenza maggiore a causa della precaria situazione dei servizi sanitari nei distretti limitrofi e in Zimbawe».
Le obbligazioni emesse da Ubi possono essere sottoscritte – salvo chiusura anticipata dell’offerta – fino al 29 maggio prossimo. Per saperne di più: www.chiesadimilano.it.