Tanti gli argomenti nell’agenda delle famiglie che oggi concludono a La Thuile le due settimane di formazione in pastorale familiare, secondo il programma triennale previsto per i candidati al Master o al Diploma (vedi box qui accanto). Tra numerosi spunti interessanti, uno dei momenti più apprezzati è risultato il laboratorio pastorale sulla crisi della coppia tenuto dai coniugi Gabriella e Pierluigi Proietti, consulenti e formatori familiari del Centro Betania di Roma. Due esperti apprezzati, da tanti anni impegnati a sostenere la vita delle famiglie in difficoltà. «Ci piace definirci allenatori della vita di coppia. La ricetta di fondo è semplice – spiegano – perché tentiamo di coniugare spiritualità e scienze umane. Cioè leggiamo psicologia e pedagogia alla luce del Vangelo». E i successi non mancano, anche se Gabriella e Pierluigi non sono specialisti della formazione, almeno non in senso accademico. Per tirare avanti lui fa l’ingegnere, lei l’insegnante. «Però, dopo tutti i corsi portati a termine, con relative certificazioni, e le migliaia di coppie incontrate, qualche esperienza ce l’abbiamo...». Anche perché, aggiungono i due simpaticissimi coniugi, «entrambi abbiamo alle spalle un fallimento matrimoniale sfociato in una dichiarazione di nullità. E questo fatto, comunque di grande sofferenza, ci ha permesso di sposarci nuovamente...». A La Thuile, nel loro apprezzato approfondimento, hanno spiegato come oggi la formazione permanente per la vita di coppia viva un momento profondamente contraddittorio. Mentre è chiara a tutti l’importanza addirittura drammatica di questo impegno, l’offerta e soprattutto la richiesta «sono molto carenti, anche in ambito cattolico». La famiglia vive in un clima culturale e in una prospettiva sociale dove tutto sembra congegnato per rendere difficile, se non impossibile, lo svolgimento dei normali impegni familiari. «La realtà in cui viviamo non fornisce alla coppia la necessaria formazione né al momento della nascita della relazione – hanno ribadito i coniugi Proietti – né in itinere, durante la vita della famiglia che cresce. Le famiglie si trovano quindi, nella maggior parte dei casi, ad affrontare tutto da sole: lavoro, gestione del denaro, salute, rapporti con le famiglie di origine, situazione abitativa, educazione dei figli, crisi di vario genere». Nessuna sorpresa che, in questo tritacarne sociale, il momento più trascurato finisca per essere proprio il rapporto di coppia. E che il disagio, se non avvertito e non affrontato con la doverosa tempestività, finisca per ripercuotersi su tutto il resto con effetti deleteri. Cosa fare allora? La ricetta dei coniugi Proietti prende spunto dalla tradizione benedettina: prega e lavora, ma anche studia. «Prega perché senza l’aiuto di Dio e senza l’umiltà dell’affidamento allo Spirito Santo, l’impegno umano serve a poco. Lo studio è indispensabile, perché – spiegano – senza una costante formazione biblica, teologica, spirituale, antropologica, non si è in grado di leggere i segni dei tempi e di conoscere la profondità del cuore umano». Non si tratta di trasformare ogni coppia in specialista di scienze familiari, ma di sviluppare il gusto della conoscenza, di tener desta la curiosità. «Per quanto riguarda il lavoro – osservano ancora – si intende l’impegno su se stessi e sulla propria vita di coppia, con uno sforzo che dalla teoria passa alla concretezza della quotidianità». In questa prospettiva il laboratorio pastorale proposto a La Thuile ha preso in esame dieci possibili situazioni di crisi (terza età, lutto, malattia, primi anni di matrimonio, differenza maschile-femminile, tendenze omosessuali nel coniuge o nei figli, apertura alla vita, conciliazione lavoro-famiglia, tradimento, famiglie di origine) suggerendo una serie di comportamenti per leggere in modo corretto i vari momenti ed evitare la deriva dell’incomprensione e del dissidio grave.